La Stampa 11.2.16
Verso il via libera ma senza le adozioni
di Marcello Sorgi
I
numeri della prima votazione al Senato sull’emendamento Quagliariello,
battuto con 195 voti favorevoli alla legge sulle unioni civili,
confermano che a Palazzo Madama non c’è la volontà di creare incidenti
sul testo Cirinnà. Sarà anche vero che si è trattato di votazione
palese, e la suspence vera arriverà con lo scrutinio segreto,
soprattutto quando si tratterà di votare sulla stepchild adoption. Ma la
tendenza è chiara: al Senato, più che i contenuti controversi della
legge, continuano a pesare i timori di destabilizzare il quadro politico
e mettere a rischio la prosecuzione della legislatura.
C’è poi un
altro fattore politico destinato a rendere il percorso della legge meno
difficile: la dichiarazione di Renzi contro l’utero in affitto è stata
interpretata da tutti come il preavviso, se non di una vera e propria
intesa sulla rinuncia alle adozioni, di un compromesso di fatto e di un
possibile punto di caduta finale, che alla fine metterebbe tutti
d’accordo: sì alle unioni civili e no alla stepchild adoption.
Naturalmente
la posizione ufficiale del Pd rimane a sostegno della proposta Cirinnà,
ferma restando la libertà di coscienza lasciata ai senatori. Ma Renzi
ha fatto intendere che non si straccerà le vesti, se alla fine l’aula
deciderà di stralciare o di bocciare l’articolo 5, che contiene le
adozioni, o di emendare l’articolo 3, che ne introduce la premessa. In
sostanza il premier si è posizionato in modo che solo la bocciatura
completa della legge - molto difficile, per non dire impossibile, stando
ai numeri di ieri - potrebbe vederlo sconfitto. Tutti gli altri
sbocchi, da un improbabile compromesso, all’approvazione a sorpresa o
all’esclusione delle adozioni, lo troverebbero soddisfatto. E in ciascun
caso potrebbe cantare vittoria, per l’introduzione dei nuovi diritti
per le coppie di fatto, e modulare la sua soddisfazione, magari
aggiungendo che si sarebbe aspettato qualcosa di più, e le eventuali
limitazioni alle nuove norme sono avvenute contro la sua volontà.
Assodato
che l’ostruzionismo delle migliaia di emendamenti a questo punto
diventa inutile, e per neutralizzarlo è pronto il solito emendamento
«supercanguro», resta da vedere solo da quale dei due forni alla fine
uscirà la legge. Le unioni civili senza stepchild adoption
riporterebbero l’armonia in quello della maggioranza di governo. Ma non
si può escludere, fino all’ultimo, che l’alleanza Pd-Sel-Cinque Stelle,
pur falcidiata dalla libertà di coscienza, ritrovi le proprie forze a
voto segreto e a dispetto delle frenate dei gruppi dirigenti.