La Stampa 11.2.16
Battaglia sacra e alleati profani
La triste crociata dei cattolici
I cattodem costretti alla convivenza con Gasparri I grillini consolano il dissidente Puglia: “È a pezzi”
di Mattia Feltri
Era
un po’ che al Senato non si respirava tanto dolore. Nel tardo
pomeriggio, per esempio, avevamo provato a intervistare Stefano Lepri
del Partito democratico che poche ore prima si era battuto con il
capogruppo Luigi Zanda per ottenere «più libertà di coscienza», secondo i
pettegolezzi dei colleghi. E lui ci aveva ricevuto nella sua stanza,
col nodo della cravatta allentato, la fronte appoggiata al palmo della
mano sinistra. Non un sorriso. Ci si è anche provato, a scherzare, ma
Lepri non era proprio dell’umore, e diceva cose così: «Zanda e io
abbiamo avuto una discussione franca ma molto rispettosa... Non usiamo
alzare la voce, noi...». Eppure c’era dolore, ma proprio un dolore
dell’anima. «Effettivamente a un certo punto ha detto “questa vostra
corrente culturale...”», e Lepri lo ha confidato col primo e unico
sorriso, benché amarissimo. Non la si direbbe un’offesa sanguinosa. «No,
è vero... Ha ragione, non è un’offesa... Però parlare di corrente...
Poi forse noi siamo davvero una corrente culturale», ha detto Lepri che è
fiorentino di nascita e torinese adottivo ma soprattutto cattolico
lacerato all’idea di nuocere al mondo, specialmente al mondo del Pd. Le
sue posizioni, e quelle dei cattodem di cui è gonfaloniere, rischiano
seriamente di coincidere qua e là con quelle di Maurizio Gasparri e di
Carlo Giovanardi, per dirne due, ed è un rischio che è altra fonte di
sofferenza. Eppure conquistare i voti degli altri è sempre stato
l’intento programmatico di Matteo Renzi, ma non c’è consolazione:
«Questo lo ha detto lei, non io». Questo cosa? «Questo di Renzi».
Intanto squilla il telefono, e risquilla, e Lepri si scusa. «È una
giornata così». Non ce la fa fisicamente. A ogni domanda rifila un
foglietto: «Questo è il nostro emendamento, capirà tutto da qua».
«Questo è il mio intervento di ieri, qui è spiegato meglio di come lo
spiegherei adesso».
Succede sempre in casi simili: i cattolici più
confessionali riemergono in una specie di partito non tanto
trasversale, piuttosto politicamente multietnico, che riguarda tutti i
gruppi e riunisce sul medesimo fronte gente che si è sempre combattuta,
anche con accessi di disprezzo. Sergio Puglia, del Movimento cinque
stelle, ieri era descritto da suoi come «un uomo a pezzi», sebbene
consolato dalla libertà di coscienza concessa da Beppe Grillo. Puglia è
molto cattolico, molto perplesso dall’articolo sull’adozione del
figliastro e soprattutto dalle eventuali ripercussioni sulla pratica
dell’utero in affitto. Lui e altri quattro del Movimento si ritroveranno
a condividere - dolore straziante - la stessa trincea di uno come
Gaetano Quagliariello che insieme agli amici di Idea - transfughi del
Nuovo centrodestra di Angelino Alfano - ha proposto il seguente
emendamento: «Anche se nella nazione in cui siano state effettuate, tali
pratiche siano permesse dalla legge e la legge locale stabilisca la
legittimità dello stato di figlio dei bambini nati da maternità
surrogata, tali bambini sono considerati in Italia privi di genitori
legali e dichiarati adottabili». Traduzione: il figlio ottenuto
all’estero tramite utero in affitto sarà sottratto ai genitori, forse
già alla frontiera. Perché poi il dolore si trasforma in rabbia:
Quagliariello anni fa aveva gridato all’assassinio di Eluana Englaro, e
oggi Gianpiero Della Zuanna, altro solido cattolico del Pd, ha proposto
pene fino a dodici anni di reclusione per chi faccia ricorso alla
maternità surrogata, anche se dagli uffici del presidente Piero Grasso
ci avvertono che l’emendamento è stato nel frattempo addolcito (ma
sempre di carcere si parla). E intanto Roberto Formigoni collaborava
twittando sulle «crisi isteriche» di «checche varie».
È difficile
immaginare un fronte più confuso, più composito, difficile immaginare
indoli e provenienze più diverse costrette in un’alleanza sulla quale
tutti fanno finta di niente. E però si tratta di un’alleanza che per ora
ha ottenuto una tregua e qualche giorno di riflessione: saranno giorni
utili per trovare il modo di conciliare una battaglia sacra condotta con
alleati profani.