La Stampa 10.2.16
Adozioni gay, Renzi apre agli oppositori
“Basta
melina, la stepchild adoption per me non è il punto principale della
legge” Poi chiarisce: “No all’utero in affitto, porta al mercimonio sul
corpo delle donne”
di Ame. Lam.
Nel pieno della
battaglia sulle unioni civili, Matteo Renzi interviene per fissare tre
punti. Primo, «basta melina, la legge è a un passo avanti». Secondo, la
stepchild adoption non è «il punto principale» del ddl Cirinnà. Almeno,
dice il premier nella sua Enews settimanale, «non lo è per me». Allora è
giusto che «il Parlamento si pronunci anche su questo con il voto». Un
modo per stemperare il clima e far capire che questo tema caldissimo non
può trascinare nel baratro il resto della legge. Terzo punto, giusto il
no all’utero in affitto: è opportuno rilanciare una «sfida culturale»
contro questa pratica che porta al «mercimonio» del corpo delle donne.
«Pensare che si possa comprare o vendere, considerare la maternità o la
paternità un diritto da soddisfare pagando, mi sembra ingiusto. In
Italia - ricorda Renzi - tutto ciò è vietato, ma altrove è consentito:
rilanciare questa sfida culturale è una battaglia politica che non solo
le donne hanno il dovere di fare».
Per Renzi prioritario è
portare a casa la legge. Con o senza adozioni del figliastro. «Basta
nascondersi. La politica non può fare lo struzzo» di fronte alla realtà
che cambia. È una mano tesa ai cattolici, ma sembra bastare. Oggi a
Palazzo Madama si comincia a fare sul serio. E il percorso parlamentare
rimane disseminato di mine. La prima è contenuta nella richiesta di non
passare al voto del testo avanzata da Quagliariello. Dovrà essere il
presidente del Senato Grasso a decidere se concedere nel pomeriggio il
voto segreto chiesto da 70 senatori. Se dovesse passare l’ordine del
giorno Quagliariello salterebbe in aria l’intero testo Cirinnà. L’altra
mina sono i 5 mila emendamenti della Lega. Il Carroccio è disposto a
ritirarne il 90%, ma il Pd non si fida. Tra gli emendamenti che
rimarrebbero da votare, i Dem hanno individuato delle trappole: se
approvate farebbero fuori a cascata tutta la legge con il cosiddetto
metodo del «canguro». Uno stratagemma ordito da Calderoli. Oggi ci sarà
un nuovo incontro Lega-Pd per trovare una soluzione. I Dem sono pronti
con il proprio «canguro» che falcidierebbe gli emendamenti avversari
Trappole,
imboscate, si va avanti con il fiato sospeso. I senatori che si
oppongono alla Cirinnà, compresi quelli di Ncd-Udc, hanno sparato una
raffica di voti segreti. Il loro obiettivo è fare fuori quantomeno
l’adozione. Se poi saltasse tutta la legge meglio ancora. Poi ci sono i
Cattodem che spaccano il Pd (sono circa 30): anche loro chiedendo di
accantonare la stepchild adoption.
Per trovare un’intesa Anna
Finocchiaro ha lanciato l’idea di una mozione che impegna il governo a
dichiarare l’utero in affitto un reato universale. Una mossa concordata
con Renzi.
In Fi l’ala più liberale è venuta fuori in dissenso
rispetto al partito. È stata Anna Maria Bernini, vicecapogruppo azzurro,
ad avere il coraggio di dirlo: voterà a favore perché questo ddl
«rappresenta almeno un primo abbozzo, una risposta, pur se pasticciata e
non completa e condivisibile, per contenere un gap con l’Europa». Ha
ricevuto le congratulazioni della senatrice Cirinnà e di Sergio Lo
Giudice del Pd, il deputato gay che con il suo compagno ha adottato un
figlio concepito negli Usa con la maternità surrogata.