Il Sole Domenica 7.2.16
Increspature dello spazio-tempo
di Lo scoop che svela l’onda (gravitazionale)
Patrizia Caraveo
Le
onde gravitazionali sono un argomento particolarmente caldo perché
rappresentano la nuova frontiera della ricerca in fisica e astronomia.
Sappiamo che esistono, ma sono decenni che gli scienziati inseguono il
sogno di rivelare direttamente queste increspature dello spazio-tempo
attraverso la misurazione della minuscola variazione di lunghezza che il
loro passaggio provocherebbe nel braccio di un rivelatore. Ha iniziato
negli anni ’60 Joseph Weber, il mitico Gravity Joe, che ha ben presto
scoperto che rivelare un’onda che ritmicamente stira e comprime di
quantità infinitesimali lo spazio è una misura delicatissima perché
qualsiasi effetto terrestre (un motore su una lontana autostrada, un
treno, le onde dell’oceano distante chilometri) ha un effetto più grande
di quello causato dal passaggio di un’onda gravitazionale. Isolare da
ogni disturbo esterno i rivelatori è una sfida al limite del possibile.
Gli sforzi di Gravity Joe non sono andati perduti perché hanno ispirato
la nuova generazione di rivelatori di onde gravitazionali, pensati per
avere dimensioni molto più grandi, quindi molto più sensibili (cioè
capaci di rivelare segnali molto più deboli) ma molto più difficili da
isolare dall’ambiente circostante. La sfida si può vincere solo
combinando i risultati di rivelatori in angoli diversi della terra.
Mentre i disturbi saranno diversi, un eventuale segnale reale verrà
registrato da tutti in una ordinata sequenza temporale. In effetti,
vedendo quale è il rivelatore che registra prima il segnale, sarà
possibile avere un’idea, grossolana ma sempre utile, sulla direzione di
provenienza dell’onda gravitazionale.
La comunità mondiale si sta
dotando di diversi rivelatori di onde gravitazionali: due sono negli
Stati Uniti (in Alabama e nello stato di Washington), e costituiscono lo
strumento LIGO, mentre il rivelatore VIRGO è in Italia, nella campagna
intorno a Pisa.
Tanto VIRGO che LIGO sono stati recentemente
potenziati per aumentarne la sensibilità. LIGO ha ripreso a funzionare a
settembre per un primo periodo di prova. A gennaio è stato spento per
continuare il potenziamento che richiede ancora qualche mese di lavoro.
VIRGO, invece non ha ancora ripreso l’attività, ma lo farà presto.
Quando
entrambi funzioneranno, diciamo a fine 2016, avremo il primo sistema
globale di rivelazione di onde gravitazionali. Vedere le increspature
dello spazio tempo sarà un grande passo avanti per la scienza ma, per
completare l’opera, sarà necessario capire quale oggetto celeste sia
responsabile dell’emissione. Una mostruosa supernova non troppo lontana?
La coalescenza di due stelle di neutroni che orbitano l’una intorno
all’altra in un sistema binario dalle orbite sempre più strette?
Coalescenza di due buchi neri? Si tratta di fenomeni che potrebbero
produrre anche emissione elettromagnetica, nel radio, nell’ottico, nei
raggi X e nei raggi gamma. Per questo la comunità delle onde
gravitazionali sta prendendo accordi con i gestori di numerosi
osservatori per preparare una rete di telescopi e di rivelatori pronti a
riorientarsi all’annuncio (segreto) della possibile rivelazione di un
segnale gravitazionale. Per poter giocare bisogna accettare la consegna
del silenzio. Ti dico in anticipo da dove ho visto venire il segnale (o
quello che assomiglia al segnale che si aspetta) e tu (tenendo la bocca
rigorosamente chiusa) usi i tuoi strumenti per andare a vedere se, in
quella zona di cielo, è successo qualcosa di strano. Poi c’è sempre il
fattore “c”, quella fortuna che a volte arride gli astronomi (ma più
spesso guarda dall’altra parte).
Dopo i molti tentativi
infruttuosi fatti fino ad ora, adesso tutti pensano che gli strumenti
potenziati abbiamo la possibilità di ottenere lo storico risultato.
L’attesa è così spasmodica che ogni sussurro, amplificato a dismisura
dalla rete, diventa un colpo di cannone. Basta un tweet di qualche
fisico che dica più o meno «ho sentito che LIGO potrebbe avere visto le
onde gravitazionali» che tutti si elettrizzano. Tutti, tranne i diretti
interessati, ovviamente, chiusi nella loro consegna del silenzio.
Nessuno di LIGO apre bocca tranne che per dire che non hanno ancora
finito di analizzare i dati. I bene informati, inoltre, ricordano che
negli esperimenti delle onde gravitazionali è prevista la crudele
pratica della blind injection, cioè dell’inserimento di un segnale
artificiale studiato apposta per trarre tutti in inganno. Per mettere
alla prova i rivelati ed il software che analizza i dati, viene
inserito, all’insaputa di tutti, un segnale dall’apparenza reale, ma
completamente fasullo, che deve generare tutte le allerte astronomiche
provocate da un vero segnale. I responsabili dell’analisi dei dati
devono saltare sulla sedia e mandare l’informazione (da tenere segreta) a
tutti quelli che si sono impegnati a collaborare, in modo che tutti i
telescopi del mondo si mettano a cercare il possibile responsabile del
segnale. Una volta che tutti i dati siano stati raccolti e analizzati e
si sia arrivati quasi a stappare lo champagne, arriva la doccia fredda.
L’autore dello “scherzo segreto”, l’unico depositario della verità,
scopre le carte e quella che sembrava una scoperta diventa solo una
prova del buon funzionamento della macchina.
Tutte queste
considerazione non fermano lo stillicidio di tweet e si sussurra che la
grande notizia sarà annunciata nei prossimi giorni. Sarà la scoperta del
secolo? Sarà la nuova frontiera dell’astronomia o piuttosto quella del
pettegolezzo astronomico?