sabato 6 febbraio 2016

Il Sole 6.2.16
Da Milano a Roma e Napoli, la sfida è anche tra i big del Pd
di Lina Palmerini

Non c’è dubbio che le prossime primarie saranno come un’analisi del sangue per il Pd. Dalle vittorie e sconfitte ai gazebo si vedrà se prende consistenza un profilo moderato e liberal più vicino alle candidature di Sala o Giachetti oppure se l’asse a sinistra con la Balzani, Majorino ma anche Bassolino o Morassut manterrà il suo appeal tra gli elettori.
Al netto delle polemiche sulla purezza del Pd e sui pericoli di “infiltrazioni” di verdiniani – e ieri anche di ex fedelissimi di Cuffaro – c’è un tema politico da approfondire che è appunto quello di capire di che sostanza è fatto il Pd dopo due anni di governo (nel partito e a Palazzo Chigi) di Renzi. Se cioè i tratti sono davvero cambiati e hanno preso la stessa inclinazione verso il centro del leader o se al contrario c’è una reazione di rigetto al renzismo. Non solo degli elettori ma soprattutto degli apparati del partito. Perché quello a cui si è assistito nelle seconde primarie – la sfida tra Renzi e Cuperlo – è stata una corsa a salire nel carro vincente ma dopo due anni si potrebbero essere sommate molte aspettative mancate e disillusioni.
Si dirà – ed è vero – che la scelta andrà su quei candidati che più esprimono una competenza nell’amministrazione ma non si può far finta che in ogni città Renzi e la sua minoranza hanno espresso candidature alternative e che queste sfide sono un antipasto della grande contesa che ci sarà nel 2017 con le primarie nazionali. Quello che infatti si comincia a vedere bene, soprattutto a Roma e a Napoli, è che oltre a un match tra ricette politiche diverse c’è proprio una battaglia tra rispettive forze in campo sul territorio. Questa è la sensazione che danno le primarie a Roma, per esempio, ma anche a Napoli. Una piccola-grande conta su chi comanda. Questo rischio è forte nella Capitale dove da una parte c’è il candidato renziano, ex radicale, Roberto Giachetti, e dall’altra sono scesi in campo contro di lui i due ex segretari del Pd – Veltroni e Bersani – sponsor della candidatura di Roberto Morassut. È vero che l’avversario di Giachetti può essere riuscito nell’impresa di mettere d’accordo personalità politiche molto diverse, come sono Bersani e Veltroni, ma il pericolo che tutto venga tradotto in uno scontro tra leadership è reale. Molto dipenderà da come verranno gestite le primarie e se prenderanno quella stessa piega che hanno preso a Milano dove si è rimasti dentro il ring della lotta politica quando Renzi e Pisapia – sponsor rispettivamente di Sala e Balzani – hanno promesso di sostenere chiunque vincerà la sfida di oggi e domani.
Naturalmente il primo test di quest’analisi del sangue al Pd riguarderà l’affluenza alle primarie. La fila ai gazebo farà la differenza e soprattutto mostrerà quanto grandi sono le differenze tra una città come Milano e una come Roma dove il partito ha lasciato una pessima idea di sé dopo le inchieste giudiziarie e la vicenda di Marino. E interessante sarà pure Napoli, con il gran ritorno di Bassolino che dovrebbe riportare in fila un pacchetto di voti e una tradizione ex Pci. Con una sorpresa. Che potrebbe essere quella del governatore De Luca, proprio ieri assolto in appello e sicuramente interessato e attivo sulla partita di Napoli. Insomma, saranno anche amministrative ma ai gazebo la sfida coinvolge i principali esponenti del Pd di oggi, nella veste di alleati o avversari di Renzi. Per questo gli esiti supereranno i confini politici delle città.