venerdì 5 febbraio 2016

Il Sole 5.2.16
Istruzione
I risparmi della riforma usati per gli insegnanti che non hanno la cattedra
La «Buona scuola» paga i supplenti
di Claudio Tucci

ROMA A cosa serviranno i primi risparmi della «Buona Scuola»? A pagare i supplenti, che quindi continuano, anche quest’anno, a essere presenti negli istituti nonostante il maxi piano di assunzioni previsto dalla legge 107 che, nei mesi scorsi, ha immesso in ruolo circa 87mila docenti precari (di cui oltre 48mila per far partire l’organico potenziato). Il ministro, Stefania Giannini, sostiene che la “supplentite” sarà sconfitta in due-tre anni, ma intanto, per il 2016, “blinda” una parte dei 375 milioni di risparmi certificati dal Mef poco prima di Natale proprio per tamponare l’emergenza stipendi dei supplenti brevi e saltuari.
I 375 milioni arrivano dalle economie realizzate dal maxi piano assunzionale ex lege 107: sono stati stabilizzati 87mila prof (a fronte dei 100mila originariamente previsti) e molti dei neo immessi in ruolo sono entrati in servizio a novembre (anziché a settembre) generando quindi dei risparmi di spesa. Che, ora, con un decreto firmato il 23 dicembre scorso assieme al Mef, vengono “bloccati” per pagare anche i contratti dei supplenti. Certo, la dote 2016 (a patto che sia sufficiente a chiudere l’anno) è, sulla carta, meno della metà dei fondi annualmente spesi per la voce “supplenze brevi” pari a 780 milioni; ma si tratta comunque di una cifra consistente. La questione “supplenti” è da anni al centro di frizioni tra Miur e Mef (fino al 2009 erano le scuole che avevano la cassa per le spese dei supplenti e non c’erano controlli). Negli ultimi tempi con il cedolino unico e l’accentramento al Mef dei pagamenti (con il sistema NoiPa) la situazione è migliorata.
A venire alla ribalta nei giorni scorsi sono stati però i ritardi nei pagamenti dei contratti stipulati da settembre a dicembre 2015. A dicembre è stata fatta un’emissione speciale che ha interessato 25mila supplenze brevi (per una spesa di 16,6 milioni). Il 12 gennaio sono stati pagati altri 200mila contratti per un importo di 77 milioni (sono stati interessati circa 132mila supplenti brevi) e il 15 gennaio c’è stato un nuovo pagamento straordinario di ulteriori 23.700 contratti (per un totale di circa 21mila supplenti e una spesa aggiuntiva di 17 milioni). Ora, potendo contare sulla “dote” di 375 milioni, i pagamenti dovrebbero tornare regolari. Ma cosa non sta funzionando della legge 107? Intanto, non è decollato l’organico potenziato (i prof aggiuntivi sono utilizzati per tamponare le emergenze), e poi mancano insegnanti in alcune classi di concorso esaurite da tempo (per esempio, nelle materie scientifiche).