Il Sole 24.2.16
Libia. Renzi rassicura: missioni «caso per caso»
Droni da Sigonella, scoppia la polemica
di Ge.P.
Si
sta trasformando in un caso politico-diplomatico l’autorizzazione al
decollo dalla base siciliana di Sigonella di droni americani armati per
neutralizzare postazioni Isis in Libia. Non convincerebbero infatti del
tutto le garanzie e i “caveat” sull’operazione che anche ieri il
premier, Matteo Renzi e il capo della diplomazia, Paolo Gentiloni hanno
esplicitato per spiegare i termini della questione. Il “si” del Governo è
infatti condizionato a missioni anti Isis da valutare «caso per caso».
Ma le opposizioni compatte lamentano di non essere state informate
adeguatamente dai ministri degli Esteri e della Difesa. La Casa Bianca
ha manifestato «particolare preoccupazione» per la presenza dell’Isis in
Libia e per la sua capacità di attrarre - come in Iraq e Siria - sempre
più foreign fighter, ed è determinata ad «agire se emergeranno minacce
dirette». L’amministrazione Obama si aspetta perciò la cooperazione dei
partner europei, Roma compresa. «L’Italia fa la sua parte come tutti gli
altri», ha assicurato Renzi ma del caso si parlerà domani al Quirinale
nel Consiglio supremo di Difesa convocato dal presidente della
Repubblica, Sergio Mattarella. Nessuna decisione operativa è attesa per
domani ma solo delle linee guida cui adeguarsi nei confronti degli
alleati della coalizione anti Isis.
Sul caso è intervenuto il
presidente del Consiglio secondo il quale «sono ore decisive per il
governo in Libia: la priorità è diplomatica» e le autorizzazioni al
decollo dei droni «sono caso per caso». Se si tratta di fare operazioni
contro terroristi e potenziali attentatori «Isis c’è uno stretto
rapporto con i nostri alleati e siamo in grande sintonia». Il ministro
della Difesa, Roberta Pinotti, ha sottolineato che l’Italia ha ottenuto
di ricevere «una richiesta puntuale degli americani al nostro governo
tutte le volte che dev’essere utilizzato un mezzo in partenza da
Sigonella». «Noi – ha insistito la Pinotti - non siamo solo un Paese che
ospita. I droni armati americani sono pensati non solo in funzione
della Libia, ma per la protezione degli assetti e del personale
americano e della coalizione in tutta l’area. Non è una decisione legata
a un’accelerazione sulla Libia».
La Lega Nord con il senatore
Roberto Calderoli ha parlato però di un atto di «guerra» verso la Libia
mentre Sinistra italiana in un’interrogazione ha chiesto al governo di
riferire in Parlamento tanto più che, con un’operazione del genere
«l’Italia sarà ancora di più un bersaglio sensibile».
Sul piede di
guerra anche il Movimento cinque stelle che ha preparato
un’interrogazione per il prossimo question time. Dalla maggioranza
Scelta civica difende la Iinea dell’esecutivo con Mariano Rabino,
deputato della commissione Esteri.
Nel frattempo si allungano i
tempi per una soluzione politico-diplomatica. La Camera dei
rappresentanti (il parlamento libico) basata a Tobruk ha infatti di
nuovo rinviato alla settimana prossima il voto sul governo di unità.
Nella seduta di ieri non è stato raggiunto il quorum necessario per il
voto secondo quanto riferito dalla deputata Eissa El Oraby.