Il Sole 10.2.16
Sanità. Le possibili conseguenze del decreto per combattere gli sprechi
Esami, sotto tiro il superticket
di Roberto Turno
Rischio
di una raffica di superticket e code per gli assistiti, burocrazia e
mille dubbi per i medici. Nelle intenzioni del governo doveva servire a
tagliare 203 esami e prestazioni sanitarie «inutili», circa 22 milioni
di test ambulatoriali, per evitare sprechi e «inappropriatezza». Nella
realtà, si sta traducendo in una beffa per gli italiani. E sta
scatenando anche le proteste dei medici, sia di famiglia che d’ospedale.
Insomma, un flop a scoppio quasi immediato.
Il decreto
sull’appropriatezza (pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» del 20
gennaio) della ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, è sotto accusa.
Non poche Regioni stanno addirittura evitando di applicarlo, data
l’incertezza di interpretazione di numerose disposizioni, anche perché
finora il ministero non ha fornito i chiarimenti necessari. Chiarimenti
che, sembra, potrebbero arrivare a breve. Intanto l’appropriatezza
anti-sprechi resta nel freezer. O quasi.
Ma i casi di
alleggerimento delle tasche degli assistiti si moltiplicano, come
denuncia la Fimmg (medici di famiglia). Spiega Giacomo Milillo
(segretario nazionale Fimmg): «A ogni prestazione soggetta a limitazioni
prescrittive è allegata una nota che, come per i farmaci, indica in
quale caso quell’accertamento può essere erogato a carico del Ssn. Il
problema è che ogni prestazione con limiti prescrittivi dev’essere
trascritta su una ricetta a sé, facendo così moltiplicare il
super-ticket da 10 euro che altrimenti si sarebbe pagato una sola
volta».
Può capitare per una transaminasi, o per una batteria di
esami per chi è in grave sovrappeso: dai 12 esami in due sole ricette
rosa per 20 euro di ticket, si arriverebbe adesso a 5 ricette per 50
euro. O più. Poi ci sarebbe il "ticket sulle allergie" dei bimbi, con i
pediatri costretti a rinviare il piccolo paziente dallo specialista,
l’unico autorizzato a prescrivere i test del caso: altri 10 euro da
pagare. Per non dire dei fastidi per i medici della ricetta elettronica,
che il medico dovrà usare obbligatoriamente,salvo sanzioni: peccato che
non preveda una casella per le "note limitative". Pasticci dopo
pasticci. Come per gli esami del colesterolo, che se di lieve entità
potranno essere ripetuti gratis solo dopo 5 anni, altrimenti si paga il
ticket anche se esenti perché malati cronici o in condizioni disagiate.
Intanto
la Fimmg mette le mani avanti e invia a tutti i medici di famiglia una
lista di "istruzioni per l’uso". Di più: li sconsiglia di trascrivere le
prescrizioni degli specialisti. Con disagi incorporati per i medici,
certo,ma soprattutto per gli assistiti. Che magari, per non pagare
ticket o analisi private, cercheranno di farsi ricoverare in ospedale:
altroché risparmiare contro le prestazioni inappropriate.
Ma non
solo i medici di famiglia sono sulle barricate. «Il caos è servito»,
denuncia l’Anaao, il principale sindacato dei medici ospedalieri. «Le
difficoltà applicative negli studi e negli ospedali - afferma il
segretario nazionale Costantino Troise - che sottraggono tempo alle
cure, certificano che ministro e governo, nel nobile intento di fare
cassa, sono riusciti nell’impresa di scontentare tutti». Trasferendo i
costi «sulle tasche dei cittadini» e creando difficoltà e rischi ai
medici. «Non è un caso che i presidenti di alcune Regioni si sono resi
conto del pasticcio e hanno invitato i direttori generali a soprassedere
all'applicazione». Conclusione: lo sciopero generale di 48 ore del 17 e
18 marzo dei camici bianchi «è confermato», giura Troise.