il manifesto 17.2.16
Perché ci dobbiamo provare
La lettera. Partecipiamo all’assemblea che avvierà il processo costituente del nuovo soggetto
Mario Agostinelli, Pablo Amati, Luciana Castellina et al.
Questa
è la lettera che noi — un gruppo di compagni, salvo un paio quasi tutti
con un po’ di anni sulle spalle, da tempo «cani sciolti» — abbiamo
inviato a molti amici che più o meno hanno la nostra stessa storia.
Poiché molti non li abbiamo di certo raggiunti abbiamo chiesto a il
manifesto il favore di renderla pubblica.
Care amiche e cari
amici, stiamo inviando questa lettera a un gruppo di persone cui
crediamo di poterci rivolgere perché parte di quella indefinita area
politico-culturale che, per ragioni di storia, patisce, come noi — e
ormai da tempo — la mancanza di un soggetto politico di sinistra cui
fare riferimento.
Siamo ben consapevoli che si tratta di un
problema molto complesso e, diciamolo pure, anche doloroso: proprio in
Italia, che pure ha avuto la sinistra più interessante e forte d’Europa,
quella tradizionale e quella post sessantottesca, non esiste oggi — a
differenza della Spagna, della Grecia, del Portogallo, dell’Inghilterra,
ma anche della Germania (ormai persino degli Stati uniti) — una nuova
esperienza a sinistra. E questo nonostante il nostro paese continui a
essere ricco di mobilitazioni significative sui temi sociali, sindacali,
ecologici, della scuola, dei migranti, della pace, dei dritti civili. E
però si tratta di movimenti che patiscono in molti casi la fragilità di
legami nazionali, anche se negli ultimi tempi si sono creati
collegamenti più strutturati (la coalizione sociale di Landini, i
Comitati dell’Altra Europa, le reti della scuola). E che mancano,
soprattutto, di una adeguata rappresentanza politica, che non è certo
tutto ma deve pur esserci.
Come tutti sappiamo dopo l’ultima
esperienza dell’“Altra Europa con Tsipras”, in occasione delle elezioni
europee del 2014, è partito un dialogo fra i diversi gruppi che operano
nei territori, o già formalizzati in partiti e che però sono consapevoli
di non poter essere autosufficenti. In questo stesso periodo è anche
iniziato un piccolo ma significativo smottamento del Pd, con la
fuoruscita di un gruppo di deputati. Permangono, certo, valutazioni
diverse su alcuni problemi e però esse non hanno impedito di giungere ad
alcune conclusioni comuni: la presa d’atto dell’esaurimento del centro
sinistra; il riconoscimento di un grave rischio che non solo per la
sinistra ma per la stessa democrazia rappresenta il renzismo, che non
produce solo un significativo spostamento a destra del Pd, ma dà corpo a
un progetto di svuotamento della democrazia, di esautoramento della
sovranità popolare, che uccide la partecipazione dei cittadini e
concentra ogni potere deliberativo nelle mani di una cerchia di tecnici
non neutrali.
Si tratta — crediamo — di un disegno assai
pericoloso ed è per questo che riteniamo necessario dare un segnale
forte di contestazione. Che intanto sta prendendo corpo nella
presentazione alle prossime elezioni comunali di liste comuni di
sinistra a sostegno di candidati sindaco alternativi a quelli del Pd: a
Torino, a Bologna, a Roma, a Napoli,.…
Adesso c’è un appuntamento
più ambizioso: dopo molte discussioni, un arco di organizzazioni e
persone — (Sel che con i deputati usciti dal Pd hanno già dato vita alla
Camera a un comune gruppo parlamentare: Sinistra Italiana; il gruppo di
compagni che fanno riferimento a un altro importante deputato europeo
uscito dal Pd, l’ex segretario generale della Cgil, Sergio Cofferati;
Act, la rete di ragazzi che hanno vissuto da universitari la importante
esperienza del sindacalismo studentesco; alcuni gruppi femministi) — ha
deciso di accelerare i tempi e di dare avvio, anche formalmente, a un
processo costituente per la creazione di un nuovo soggetto che abbia — e
si discuterà in quali forme innovative — le caratteristiche di un
partito.
Per questo Sel, che ha una struttura partitica, ha
annunciato la propria decisione di sciogliersi al termine del processo e
per questo ha, intanto, già sospeso il proprio tesseramento per il
2016.
Così, purtroppo, non ha ritenuto di voler fare Rifondazione
Comunista e altri gruppi sospettosi di un processo che non tenga
sufficientemente conto di quanto si muove a livello di base.
Queste
astensioni sono la prova delle difficoltà del processo in cui ci
sentiamo impegnati e non meravigliano: in questi anni diffidenze e
rancori si sono accumulati e con questi molti, spesso giustificati,
disinganni. Ma queste perduranti diffidenze riteniamo non debbano
fermarci, pena un fatale ulteriore sgretolamento.
Noi ci
vogliamo provare, nella speranza che un lavoro comune, la creazione
finalmente di sedi locali comuni, di ricerca e iniziativa, per discutere
assieme e lottare, impegnandosi a rappresentare i territori, aiuteranno
via via a superare le diffidenze che rimangono e a correggere i difetti
che certamente accompagneranno la crescita del processo.
Siamo
pienamente consapevoli che manca al progetto la solidità di una lucida
analisi del mondo, una strategia adeguata ai tremendi problemi che lo
attanagliano, persino, oramai, una comune cultura, che spacca da almeno
qualche decennio anche generazionalmente la sinistra. Ma riteniamo che
non è stando ognuno chiuso a casa propria che supereremo queste
debolezze.
Tutto questo lungo discorso per spiegarvi perché,
riteniamo di dover rispondere positivamente all’invito a partecipare
all’assemblea che avvierà il processo costituente di un soggetto di cui
fra l’altro neppure il nome è stato ancora definito.
Il luogo di
questo primo incontro è il Palazzo dei congressi dell’Eur a Roma, il 19,
20, 21 febbraio. Il programma dettagliato è sul sito
www.cosmopolitica.org.
Vi chiediamo, per ora, solo un
interessamento. Poi, se pensate che il processo valga la pena di esser
seguito, un contributo attivo alla definizione del suo progetto.
Mario
Agostinelli, Pablo Amati, Luciana Castellina, Andrea Costa, Luigi
Ferrajoli, Francesco Indovina, Celeste Ingrao, Danielle Mazzonis, Mario
Pianta, Enrico Pugliese, Alberto Olivetti, Andrea Ranieri