martedì 16 febbraio 2016

il manifesto 16.2.16
L’Altra Europa e il big bang di sabato: «L’unità non può avere un proprietario»
Sinistra. Revelli: sarà un'assemblea, non la nuova costituente. Il 19-20 marzo una nuova tappa. «L’idea di partito è superata. In Sel c’è qualcuno che ha nostalgia della coalizione»
di Daniela Preziosi

All’evento della sinistra del prossimo venerdì a Roma parteciperanno, sì, «considerandolo però non il processo costituente come l’avremo voluto, ma una parzialità, e tuttavia una significativa occasione di confronto». Così il sociologo Marco Revelli a nome dell’Altra Europa con Tsipras (che con Sel, Prc e altri alle Europee del 2014 ha preso il 4 per cento e tre europarlamentari, poi uno, Barbara Spinelli, ha lasciato il gruppo) spiega — in una conferenza stampa alla Camera — come va interpretata la presenza della lista alla tre giorni di ’Cosmopolitica’, dal 19 al 21 febbraioal Palazzo dei Congressi di Roma. L’evento è convocato da una gruppo di movimenti, associazioni, personalità anche molto diverse (dall’ex segretario Cgil Sergio Cofferati all’ex disobbediente Luca Casarini, per dire), ma senza dubbio risente della marca forte di Sel e Sinistra italiana, il gruppo della Camera nato dall’unione fra vendoliani ed ex pd. Ed è questa è già una prima cosa che non va: un processo aggregativo, spiega Revelli, «non può essere ipotecato da proprietari».
Per il sociologo l’altro problema di Cosmopolitica è quello dei contenuti: la piattaforma — spiega — «è un passo indietro rispetto al testo intitolato ’Noi ci siamo’». Si tratta di un documento che aveva costituito un abbozzo di piattaforma unitaria di tutta la sinistra politica (tranne le varie famiglie trozkiste). Era lo scorso autunno. Ma sotto le insegne di quel manifesto l’ebbrezza dell’unità è durata meno di un giorno: prima si è disimpegnato Pippo Civati, poi Si e Prc hanno rotto sul tema dello scioglimento dei partiti di provenienza nella nuova ’cosa’. Il Prc non ha alcuna intenzione «di sciogliere l’ultimo partito comunista italiano, anzi vede in questa richiesta un elemento reazionario», ha rincarato il segretario Paolo Ferrero sabato scorso in un seminario dove ha invitato gli esponenti di tutte le formazioni della sinistra europea per (provare a) dimostrare che l’unità non necessita dello smantellamento dei singoli partiti.
Infatti alle giornate Cosmopolitica il Prc formalmente non parteciperà. Ma manderà i suoi osservatori proprio in quanto componenti di Altra Europa; in più lo stesso Ferrero parlerà dal palco, per esplicito invito di Sinistra italiana. Ciò non toglie che in molte città tutta la sinistra partecipa alle amministrative con liste unitarie (tranne Milano, Cagliari e Trieste).
Torniamo all’Altra Europa. Per ora la lista non entra nel gruppo di punta del nuovo soggetto. Ma questo week end può essere l’occasione «per accettare un passo indietro e per farne due avanti» a condizione che «il tema dell’inclusività resti prioritario, che non ci siano strette organizzative che finirebbero per essere un intralcio al percorso costituente». Condizione in pratica già accettata dagli organizzatori, che immaginano il congresso fondativo del partito solo per dicembre, dopo il referendum costituzionale. Revelli chiede che «le varie partecipazioni non prevedano analisi del sangue preventive». Lui invece un’analisi al dibattito interno a Sinistra italiana se la concede: «Vedo che si torna a discutere di centrosinistra. Mi sembra la nostalgia di un’altra era geologica. In più c’è chi propone un congresso fondativo per mozioni contrapposte: liturgie congressuali di partiti organizzati sul modello dello Stato nazionale». Un eventuale nuovo soggetto dunque non dovrebbe essere un partito, strumento ormai a suo parere inutilizzabile, ma una forma organizzativa «non prigioniera del sovranismo». E se dovrà votare una linea, passaggio ineludibile per un’organizzazione che si voglia definire democratica, «dovrà procedere ’una testa un voto’, non per scontri fra gruppi predefiniti».
Ma il vero punto debole del nascituro partito a trazione Sel-Si è, per l’Altra Europa, che non tutti i dirigenti hanno fatto giuramento di non allearsi più con il Pd. Una precondizione per l’unità, secondo Revelli: «Per noi il Pd ormai ha subito una mutazione genetica, quindi non è riproponibile alcuna alleanza».
Alla discussione sul processo costituente Altra Europa mette a disposizione l’assemblea annuale di Altra Europa, che si terrà probabilmente a Torino, il 19 e 20 marzo «per un nuovo momento di confronto tra tutte le forze politiche che si muovono in questo orizzonte e che parlano a quel popolo di sinistra che da anni attende una casa comune».