Il manifest 16.2.16
Cosa insegnano le molecole alla sinistra
Intellettuali
antiliberisti. Diversità e connessione, perché nel dibattito
sull’officina culturale uno sguardo alla genetica e all’evoluzione ci
può aiutare nell’analisi dei pericoli da contrastare
di Marcello Buiatti
La
proposta di discutere fra studiosi italiani di diverse discipline sullo
«stato delle cose presenti» (Piero Bevilacqua, il manifesto 28
gennaio), va colta e dunque vi aderisco molto volentieri. Io sono un
agronomo di laurea ma ho sempre lavorato nell’ambito della Genetica e
della Evoluzione cercando di comprendere i concetti fondamentali delle
scienze della vita e i loro significati per gli umani.
Per quello
che sappiamo, la evoluzione inizia da singole molecole e in particolare
dalla prima, che conosciamo come Rna, poi stabilizzato in Dna. In
seguito sono comparse altre molecole più piccole e poi le proteine e
tutte hanno interagito nelle cosiddette «protocellule» e poi nelle
cellule. Anche queste si sono divise e diversificate costruendo colonie
di batteri e poi cellule più complesse, diversificate e cooperanti nei
tessuti dei primi organismi animali e vegetali. Le tante specie diverse
si sono collegate in ecosistemi a loro volta connessi e «dialoganti»
nella Biosfera.
La storia umana non è molto diversa da quelle
degli altri viventi e nasce dai primi «ominidi», organismi molto simili
agli umani di ora, definiti secondo il filosofo Hans Jonas da tre
«simboli», «immagine», «strumento», «tomba». Immagine è capacità di
«inventare» infiniti concetti proiettati sulla materia esterna,
costruendo «strumenti» utili per le vite e «tombe» che indicano pensiero
trascendente. Le vite quindi restano tali grazie alla diversità e alla
connessione fra diversi. Purtroppo dimentichiamo le diversità che ci
permettono di cambiare e sopravvivere in contesti che cambiano e anche
le connessioni fra i componenti che ci permettono di cambiare insieme.
Non
è per caso che i grandi imperi a cominciare da Alessandro Magno e i
Romani, se occupavano una zona, questa diventava parte dell’impero
pronta a difenderlo. Così con l’impero asburgico, quello inglese e
quello americano, tutti costituiti da persone di diverse culture e
capacità. Ora, invece, i migranti vengono cacciati, e anche uccisi, e
perdiamo i doni delle loro culture, dei pensieri, delle capacità. In
Italia, se va bene sono «tollerati», mentre dovremmo essere felici della
multiversità acquisita. Dimentichiamo purtroppo che la «purezza» delle
razze ha portato i tedeschi alla sconfitta e ha distrutto le culture
dell’impero astro-ungarico e ucciso gli ebrei.
Così perdiamo le
connessioni fra diversità umane e il concetto di «purezza» viene esteso
alle agricolture e alle produzioni industriali, che non puntano più alla
diversificazione dei prodotti, ma alla omogeneizzazione costruita sulla
pubblicità come aveva predetto il bistrattato Marcuse nel libro «L’uomo
ad una dimensione» in cui si prevedeva la vittoria del consumismo, la
fine della legge della domanda e dell’offerta, la riduzione del lavoro e
la scomparsa del proletariato. Tutto questo è avvenuto e ne è una
riprova il comportamento degli italiani che hanno ridotto del 35% le
spese per il cibo ed aumentato del 70% quelle dei i cellulari. Coerente
con il concetto di «purezza» è l’occupazione e distruzione delle
bio-diverse agricolture locali sostituite dagli Ogm, immessi sul mercato
negli anni ’90. Gli Ogm sono solo 4 piante (soia, mais, cotone, colza)
modificate per soli due caratteri (resistenza ad insetti e a
diserbanti), che coprono oltre 180 milioni di ettari di terreno,
distruggendo agricolture con soia in America latina e cotone in India e
Sud Africa, mais negli Usa. Inoltre il guadagno delle multinazionali
deriva poco dalla vendita delle derrate ma molto dai costi delle
royalties, dei brevetti industriali dei viventi introdotti negli anni
’90 del ’900.
Analogamente anche il sistema Big Pharma ha quasi
completamente smesso da dieci anni la ricerca di nuovi prodotti per cui
una serie di batteri infettivi sono diventati resistenti, ma le
royalties continuano ad essere pagate alle imprese. Non solo.
Parallelamente alla distruzione delle diversità e la conseguente
riduzione della capacità di rispondere ai cambiamenti del contesto, si
sta entrando in una fase di sofferenza e turbolenza che porta alla
rottura delle connessioni fra gli umani, fra questi e gli altri viventi,
e con tutto il sistema Pianeta.
Da qui la accelerazione del
cambiamento climatico, il balbettamento degli umani aumentato dalla
crescente insofferenza fino alla rabbia e alla paura, alle divisioni, e
alle guerre. Il tutto accentuato dal fallimento della epoca moderna che
puntava alla costruzione tutta umana di un Pianeta meccanico, alla
crescita infinita, e poi alla sostituzione di questa con la crescita
della moneta online e l’allontanamento continuo dalle vite reali, le
loro diversità e connessioni.