il manifesto 12.2.16
Herzog sempre più a destra propone “Piano di separazione”
Israele/Territori
Occupati. Per il leader laburista non esistono le condizioni per
realizzare ora la soluzione dei "Due Stati" ed occorre completare il
Muro e separare decine di sobborghi e quartieri arabi da Gerusalemme. Il
premier di destra Netanyahu gongola.
di Michele Giorgio
GERUSALEMME
Sempre più a destra, superando se possibile anche il Likud del premier
Benyamin Netanyahu. Il partito laburista israeliano nei giorni scorsi ha
approvato all’unanimità il “Piano di separazione” dai palestinesi
proposto dal suo leader Yitzhak Herzog che di fatto fissa altri chiodi
nella bara in cui è ormai chiuso lo Stato di Palestina. Herzog e i
laburisti affermano di aver compreso che non esistono le condizioni per
realizzare ora la soluzione dei “Due Stati”. E «avendo constatato» che
si è molto lontani da un accordo con i palestinesi, ritengono
«opportuno» completare il Muro costruito da Israele all’interno della
Cisgiordania e separare decine di sobborghi e quartieri arabi da
Gerusalemme. Per il premier Netanyahu è stato un invito a nozze.
«Buongiorno, Bougie», ha commentato divertito il premier durante un
dibattito alla Knesset usando il soprannome di Herzog. «Sembra che tu
sia l’ultimo a rendersi conto della realtà», ha aggiunto. Netanyahu è
apparso persino più conciliante del capo dei laburisti quando ha
affermato di essere a favore dei “Due Stati”, precisando però che non
esistono le condizioni per la creazione di uno Stato palestinese a causa
della «minaccia terroristica».
Da quando è cominciata l’Intifada
di Gerusalemme, Herzog ha adottato un linguaggio da estrema destra:
pugno di ferro, repressione, chiusura di aree palestinesi. E ha spesso
accusato Netanyahu di non essere in grado di domare la rivolta
palestinese e «di garantire la sicurezza dei cittadini israeliani».
Infine il leader laburista ha presentato il suo “Piano di separazione”
per impedire, ha detto, che il governo di destra finisca per creare, di
fatto, uno Stato binazionale su tutto il territorio della Palestina
storica, con ebrei e palestinesi insieme, tradendo l’impresa sionista di
dare vita a uno Stato per ebrei. Non soddisfatto di aver ottenuto il
via libera dell’assemblea del suo partito (alleato del partito Hatnua
dell’ex ministro degli esteri Tzipi Livni), Herzog lunedì è andato a
spiegare le sue idee a una conferenza organizzata dal giornale
nazionalista religioso Besheva. Un incontro al quale ha preso parte
anche il centrista Yair Lapid, leader del partito Yesh Atid, che ha
colto l’occasione per esprimere, anche lui, posizioni molto vicine alla
destra ultranazionalista.
Il piano di Herzog supera a destra il
“ridispiegamento unilaterale” attuato nel 2005 dallo scomparso primo
ministro Ariel Sharon con il ritiro da Gaza di soldati e coloni
israeliani. Con la costruzione di nuovi muri e barriere e la
costituzione di aree separate, senza affermarlo in modo esplicito, mira a
chiudere ermeticamente le città e i distretti palestinesi sulla base
solo delle esigenze territoriali di Israele, ponendole sotto un
controllo militare ancora più stretto. Il docente Neve Gordon,
dell’università Ben Gurion di Bersheeva, ha commentato sul sito di Al
Jazeera che non siamo di fronte a un ritiro di Israele dai Territori
occupati bensì «a un modo subdolo di radicare ancora di più l’impresa
coloniale». Le idee di Herzog, ha aggiunto Gordon, sono un altro passo
«per il consolidamento e la legittimazione del governo dell’apartheid».
Il piano, ha spiegato, «promuove sfacciatamente dei bantustan» pur
prevedendo in apparenza una maggiore autonomia palestinese.
Un
aspetto centrale della soluzione laburista è la separazione di sobborghi
e quartieri palestinesi di Gerusalemme Est, a cominciare da Issawya e
dal campo profughi di Shuaffat, in modo da consolidare l’annessione (non
riconosciuta dalla comunità internazionale) di tutta la Città Santa a
Israele e, allo stesso tempo, ridurre sensibilmente la percentuale di
popolazione palestinese dentro i confini municipali di Gerusalemme.
Herzog è certo che le sue idee saranno abbracciate dalla maggioranza
degli israeliani che come lui vogliono «separarsi» dai palestinesi. Nel
partito pochi lo contestano. Solo la sua rivale Shelly Yachimovich lo
accusa, timidamente, di inseguire la destra. Anche i leader dell’Anp
restano in silenzio. Forse pensano che il piano Herzog crei
indirettamente le fondamenta per la nascita dello Stato di Palestina
mentre davanti a loro hanno solo delle riserve indiane. Intanto ieri 40
abitazioni palestinesi sono state distrutte dall’esercito israeliano
nella Valle del Giordano.