il manifesto 12.2.16
La sinistra unita in Europa la fanno plurale
Sabato a Roma un confronto per non contrapporre i processi di riaggregazione
di Paolo Ferrero
Sabato
13 si terrà a Roma, organizzato da Rifondazione comunista con il
partito della Sinistra europea, un convegno dal titolo «Sinistra: in
Europa la fanno plurale». Vi saranno molti ospiti europei — ed un
intervento di un rappresentante del Frente Amplio uruguaiano — a
testimoniare come la maggioranza delle forze politiche della sinistra
antiliberista siano nate e cresciute in alternativa ai socialisti, come
esperienze plurali, non come partiti monolitici.
La tesi che
vogliamo proporre è semplice: in Italia serve una forza politica che
diventi il punto di riferimento popolare per una alternativa
antiliberista di sinistra.
Affinché questo sia possibile servono
tre condizioni: che questa forza sia autonoma ed alternativa
politicamente e culturalmente al Pd, al fine di costruire un polo
politico , non l’ala sinistra del centrosinistra. Che sia unitaria,
perché solo il tratto unitario rende credibile ed efficace la
costruzione di uno spazio pubblico di aggregazione che vada molto oltre i
confini di chi oggi sta nei partiti. Infine che abbia un carattere
democratico e partecipativo, rifiuti la riedizione di forme pattizie che
impediscono alle persone di contare effettivamente e determini un
rinnovamento del personale politico, a partire dai volti più noti, come
quello del sottoscritto. Ogni ambiguità su questi punti riproporrebbe
errori già commessi negli ultimi vent’anni di divisioni a sinistra. Non
possiamo permettercelo.
Per questo rispettiamo la proposta
lanciata da Sel e di Sinistra Italiana di fare un nuovo partito, ma
riteniamo dannoso che questo venga contrapposto all’avvio di un processo
costituente di un soggetto unitario e plurale della sinistra
antiliberista.
Il convegno di sabato vuole essere un momento di approfondimento e proposta sulle forme della politica.
In
Italia vi sono centinaia di migliaia di uomini e donne di sinistra,
impegnati su più versanti, che non fanno parte di alcun partito.
L’aggregazione di questa militanza diffusa è decisiva per costruire una
sinistra antiliberista che dia vita ad una organizzazione e ad un
processo partecipativo popolare.
Per aggregare queste persone è
necessario un processo unitario che riconosca e valorizzi la pluralità
delle appartenenze e delle forme di impegno sociale, culturale,
politico, nei movimenti. In cui possano sentirsi a casa comunisti,
socialisti, ambientalisti o chi ritiene che queste siano definizioni
ideologiche sorpassate, senza che questo venga messo ai voti. In cui le
differenze siano nominate e riconosciute ma non diventino elemento
divisivo perché la ragione fondativa del processo unitario è la comune
lotta contro il neoliberismo.
In cui non si chiedano scioglimenti
di organizzazioni o partiti purché questi accettino la piena sovranità
del soggetto unitario per quanto riguarda la rappresentanza
istituzionale, la definizione del programma, la scelta dei gruppi
dirigenti.
Un processo unitario e non due o tre, perché
l’unitarietà è la condizione della sua credibilità ed efficacia. Senza
chiedere a nessuno di “accasarsi” sotto l’ala di qualcuno ma costruendo
insieme la casa comune della sinistra in forme democratiche — una testa
un voto — mettendo al centro la costruzione della proposta e
dell’iniziativa politica.
Sabato discuteremo cioè di come fare un
soggetto unitario e plurale che si concentri sul 90 per cento che ci
unisce e lasci fuori dalla porta il 10 per cento che ci divide.
Da
questo punto di vista, le esperienze di aggregazione, chiaramente
alternative al Pd e nel contempo plurali e partecipate che si stanno
costruendo in varie città italiane, sono un incoraggiante segno di
speranza, testimoniato dalla bella intervista che ha dato al manifesto
qualche giorno fa Giorgio Airaudo, candidato sindaco a Torino.
Noi, con quelle caratteristiche, vorremmo costruire un soggetto politico unitario.
Paolo Ferrero è il segretario del Partito della Rifondazione comunista