Il Fatto 3.2.16
Tocca a Sánchez: Grosse Koalition o alleanza con Podemos
di E. Marisol Brandolini
Barcellona.
 Il Psoe assume oggi la sua responsabilità con la Spagna”, così il 
leasocialista Pedro Sánchez, dopo aver ricev u t o l ’ i ncarico di 
formare il governo dal re Felipe VI, a 45 giorni dalla celebrazione 
delle elezioni politiche. Il segretario socialista aveva offerto al 
monarca la disponibilità del suo partito a “fare uscire la Spagna dalla
 situazione di blocco” in cui l’aveva ricacciata “l’esercizio di fuga 
dalle responsabilità politiche” di Rajoy con la sua rinuncia. E a 
parlare, perciò, “con tutte le forze politiche a sinistra e a destra 
per un governo di progresso, riformista e trasversale”, senza incappare 
in formulazioni frontiste, perché alcune riforme necessitano di grandi 
accordi. Perché il cambio “passa per la rigenerazione del Pp e questo 
è possibile se il Pp va all’opposizione”. Il presidente in funzioni 
Mariano Rajoy, nell’incontro con il capo dello Stato, si era proposto 
come candidato presidente di una possibile coalizione tra Pp, Psoe e 
Ciudadanos, pur dichiarando di non averne gli appoggi suffici ent i. A 
seppel l i re l ’ i potesi di una coalizione Pp-Psoe è stato in questi 
giorni l’emergere di un nuovo scandalo che coinvolge i consiglieri e 
assessori del Pp di Valencia, imputati di riciclaggio di danaro. “Una 
buona notizia” avere finalmente un candidato, considera Albert Rivera di
 Ciudadanos, che si propone come mediatore tra socialisti e popolari. 
Mentre Pablo Iglesias, all’indirizzo di Sánchez, sostiene con nettezza:
 “Ci sono solo due opzioni: una è il governo della grande coalizione 
tra Pp, Psoe e Ciudadanos e l’altra è quella di un governo di progresso
 e di cambio con Psoe, Podemos e Iu”. Nell’ultima riunione del comitato 
federale socialista, Sánchez ha preso i dirigenti del suo partito in 
contropiede, impegnandosi a sottomettere ogni ipotesi di accordo al voto
 degli iscritti, una novità che El País non ha esitato a definire 
“molto discutibile”.
 
