Corriere Salute 21.2.16
Gli esperti meno vulnerabili?
Dermatologi, oculisti, e (a sorpresa) psichiatri
di D. d. D.
Il
Medscape Lifestyle Report è un sondaggio effettuato ogni anno dal sito
Medscape su condizioni di lavoro e stili di vita dei medici.
I
risultati della versione 2016 danno uno spaccato delle felicità e delle
infelicità dei dottori americani, ma possono aiutare a comprendere un
certo malessere esistente anche tra quelli italiani.
All’indagine
del 2016 hanno risposto circa 16 mila professionisti di 25
specializzazioni e il quadro che ne emerge è poco rassicurante, anche se
alcuni specialisti sembrano passarsela meglio dei colleghi.
Sono
dermatologi, oculisti e psichiatri i medici che dichiarano di essere più
felici quando si trovano al lavoro; invece a patire di più sono
internisti, medici di terapia intensiva e reumatologi.
Se si
considera la vita privata, i più soddisfatti sono i nefrologi, seguiti
da dermatologi e pneumologi. In generale, è più elevata la percentuale
di medici che è più felice quando si trova a casa rispetto a quando si
trova sul lavoro.
Sempre i dermatologi sono in testa alla
classifica dei medici che fanno maggiormente attività fisica, almeno due
volte la settimana. Bene anche ortopedici e oculisti. C’è evidentemente
una relazione tra il livello di benessere e quello di attività fisica,
perché sono gli stessi specialisti a condividere queste due condizioni.
I
più pigri sono endocrinologi e psichiatri. Questi ultimi probabilmente
sono costretti o abituati alla sedentarietà proprio a causa delle loro
lunghe sedute di consultazione.
Pneumologi, medici di medicina
generale e medici dei servizi di emergenza-urgenza sono più sovrappeso,
mentre spiccano per la loro linea sempre dermatologi e oculisti, forse
proprio perché sono anche i più felici e quelli che fanno maggiore
attività fisica.
Sono invece soprattutto i medici di terapia
intensiva a essere esposti al rischio di burnout (si veda sopra),
seguiti dagli urologi e dai medici che operano nei servizi di
emergenza-urgenza.
Lo stress da lavoro si fa sentire anche per i
medici di medicina generale (medici di famiglia) e per gli internisti,
poi seguono pediatri e chirurghi.
In fondo alla lista ci sono gli
oculisti e, dato forse sorprendente, gli psichiatri, che pure devono
quotidianamente affrontare il rapporto con persone affette da problemi
psichici e relazionali. Non c’è una grande differenza tra uomini e donne
nell’esposizione al rischio di burnout, sebbene il fenomeno sia
prevalente tra le donne.