domenica 7 febbraio 2016

Corriere La Lettura 7.2.16
«Anima»
Ma la voce scomparve dall’opera Einaudi
di Aldo Grasso

Sul rapporto fra corpo e anima hanno detto parole decisive Wess & Dori Ghezzi: «E non ci lasceremo mai, abbiamo troppe cose insieme, se ci arrabbiamo poi..., ci ritroviamo poi..., un corpo e un’anima...». Ma non sempre, nella cultura italiana, il rapporto è stato così armonico. Per esempio, nella monumentale Enciclopedia Einaudi 1977-1982 (diretta da Ruggiero Romano, quella che i maligni considerano la pietra tombale della Einaudi del divo Giulio), esiste la voce corpo , ma non la voce anima . L’episodio è ricordato ne L’impronta dell’editore (Adelphi). Roberto Calasso spiega che uno dei responsabili dell’Enciclopedia gli offrì di scrivere la voce corpo : «Dissi che mi sentivo onorato e perplesso, ma mi venne spontaneo chiedergli a chi era stata affidata la voce anima ». «”Non è prevista”, mi rispose, come se avessi chiesto qualcosa di sconveniente». Come mai non si parla di anima? L’Enciclopedia nasce da una costola de L’Encyclopédie di d’Alembert e Diderot con il rinnovato compito di «rischiarare la mente degli uomini per liberarli dalle tenebre dell’ignoranza e della superstizione attraverso conoscenza e scienza». I 14 volumi sono stati l’ultimo monumento dello scientismo, con la dichiarata volontà di offrire la versione corretta di come si debba pensare. Ho provato a rileggere la voce corpo , stilata da José Gil, accademico portoghese. Confesso di averci capito poco: è una voce afona, prigioniera delle mode culturali dell’epoca, dai psicoanalisti di grido al lessico della semiotica. «Anima mia, torna a casa tua…».