Corriere 8.2.16
Nel Pd scoppia il caso Cuffaro
Iscritti al setaccio in Sicilia e la sinistra attacca Renzi
di Alessandro Trocino
«Non
mi risultano invasioni di cuffariani o altro» dice il vicesegretario pd
Guerini. Ma l’ex governatore Cuffaro dice cose diverse, la minoranza
attacca e il Pd siciliano congela il tesseramento.
ROMA
«Il conteggio del tesseramento del Pd del 2015 non si è ancora
concluso, ma appare perfettamente in linea con quello dell’anno
precedente: non ci sono state né fughe di iscritti, né crescite abnormi
né tessere gonfiate». Lorenzo Guerini, vicesegretario Pd, rassicura
sullo stato del partito e smentisce abbordaggi: «Non mi risultano
invasioni di cuffariani o altro. Se c’è qualche caso isolato di anomalia
da verificare, lo faremo, ma niente di più». E però scoppia l’ennesima
battaglia campale tra maggioranza e minoranza, con accuse violentissime.
Al centro, le ambigue dichiarazioni di Totò Cuffaro, che fa capire come
il suo storico pacchetto di 2 milioni di voti stia transitando
rapidamente nell’orbita del partito di Renzi. All’allarme, seguono gli
strali della minoranza.
Dopo le parole di Cuffaro, è intervenuto
Fausto Raciti, segretario siciliano, in quota Giovani Turchi. Che ha
congelato il tesseramento, promettendo una verifica, anzi «un setaccio».
Iniziativa che ha fatto infuriare la dirigenza nazionale, per nulla
convinta della necessità di lanciare un allarme così grave. Perché il
«cuffarismo» ha contorni vaghi, ambigui. Raciti spiega che bisogna
«allargare il partito, ma senza mischiare acqua e olio». E in effetti
questa è una miscela incandescente per Pier Luigi Bersani, che dal
Corriere aveva avvertito: «Se nel Pd entra certa gente, io non so più se
ci voglio stare». E ancora: «Non siamo un partito buono per tutti gli
usi. Quando Cuffaro dice che il Pd è un partito post Dc, insulta un po’
anche la Dc. La Dc ci teneva al suo profilo».
È il «la» per la
rivolta della minoranza. Roberto Speranza è ancora più duro: «Se non si
dà un segnale fermissimo e rigorosissimo sulla vicenda Cuffaro, il Pd è
morto». Il governatore toscano Enrico Rossi ricorda che Cuffaro è stato
in carcere «per sette anni per affiancamento e supporto alla mafia». Per
il martiniano Matteo Mauri «il Pd dev’essere una casa di vetro». Il
ministro Andrea Orlando parla di «tesseramento congressuale, diverso da
quello ordinario» e chiede verifiche scrupolose».
Ma c’è davvero
questa infiltrazione dei cuffariani? Per i dirigenti no. Da Roma si
ricorda la vicenda di Lino Leanza, già vicepresidente di Regione ai
tempi di Cuffaro. I politici a lui vicini vennero riassorbiti dal Pd,
«con una giusta operazione, benedetta da Raciti». Dove sta lo scandalo,
insomma, se qualche cuffariano entra nel Pd? Lo dice, in maniera
diversa, anche Davide Faraone: «Il Pd non è un club di iniziati. Bisogna
aprire le porte per intercettare tutte le energie positive».
Sbagliato,
spiega l’anima dei renziani in Sicilia, «inseguire fantasmi del
passato». Il problema, naturalmente, è sapere distinguere il grano dal
loglio. Miguel Gotor, minoranza, è sarcastico: «Il Pd non è un club di
iniziati ma neanche di affiliati». Guerini si dice realista: «So bene
che c’è chi vuole salire sul carro, ma non mi risultano invasioni».
Piuttosto, gli pare una polemica a uso interno: «Ogni tre mesi qualcuno
protesta: una volta son pochi i tesserati, una volta sono troppi. Così
si fa male al partito».
Sul territorio, il tesseramento sembra
andato meglio del previsto, attestandosi sui livelli del 2014, anche
grazie a una proroga di un mese. I dati ufficiali arriveranno dopo il 14
febbraio, ma dovrebbero essere intorno ai 366 mila del 2014, mille più
mille meno. Le oscillazioni medie sono intorno al 10 per cento.
Va
bene soprattutto la Puglia, che fa registrare un più 25 per cento,
anche grazie al congresso. Bene anche Veneto e Sicilia. Il bilancio in
Toscana si chiude con oltre 40 mila iscritti, di cui 6 mila nuovi e
1.800 tessere non rinnovate: «Qui — dice il segretario regionale Dario
Parrini — di amici di Cuffaro non ce ne sono». E ancora: «Bersani e
Stumpo insultano il partito, si vergognino».
Ma i casi di
sofferenza locali non mancano. Anzi. Il Pd di Bisceglie, dopo i casi di
tesseramento anomalo, è stato commissariato. Un calo degli iscritti si
registra a Bergamo, con una riduzione del 9 per cento. Improvviso boom a
Pomigliano, dove si è passati dagli 80 iscritti del 2013 a 1.300.
Aumenti anomali anche ad Acquaviva (da 100 a 700) e a La Spezia. Ma
soprattutto a Viterbo, dove in un giorno sono state fatte 170 tessere e i
giornali locali segnalano la presenza di extracomunitari ai seggi.