sabato 6 febbraio 2016

Corriere 8.2.16
Nel Pd scoppia il caso Cuffaro
Iscritti al setaccio in Sicilia e la sinistra attacca Renzi
di Alessandro Trocino

«Non mi risultano invasioni di cuffariani o altro» dice il vicesegretario pd Guerini. Ma l’ex governatore Cuffaro dice cose diverse, la minoranza attacca e il Pd siciliano congela il tesseramento.

ROMA «Il conteggio del tesseramento del Pd del 2015 non si è ancora concluso, ma appare perfettamente in linea con quello dell’anno precedente: non ci sono state né fughe di iscritti, né crescite abnormi né tessere gonfiate». Lorenzo Guerini, vicesegretario Pd, rassicura sullo stato del partito e smentisce abbordaggi: «Non mi risultano invasioni di cuffariani o altro. Se c’è qualche caso isolato di anomalia da verificare, lo faremo, ma niente di più». E però scoppia l’ennesima battaglia campale tra maggioranza e minoranza, con accuse violentissime. Al centro, le ambigue dichiarazioni di Totò Cuffaro, che fa capire come il suo storico pacchetto di 2 milioni di voti stia transitando rapidamente nell’orbita del partito di Renzi. All’allarme, seguono gli strali della minoranza.
Dopo le parole di Cuffaro, è intervenuto Fausto Raciti, segretario siciliano, in quota Giovani Turchi. Che ha congelato il tesseramento, promettendo una verifica, anzi «un setaccio». Iniziativa che ha fatto infuriare la dirigenza nazionale, per nulla convinta della necessità di lanciare un allarme così grave. Perché il «cuffarismo» ha contorni vaghi, ambigui. Raciti spiega che bisogna «allargare il partito, ma senza mischiare acqua e olio». E in effetti questa è una miscela incandescente per Pier Luigi Bersani, che dal Corriere aveva avvertito: «Se nel Pd entra certa gente, io non so più se ci voglio stare». E ancora: «Non siamo un partito buono per tutti gli usi. Quando Cuffaro dice che il Pd è un partito post Dc, insulta un po’ anche la Dc. La Dc ci teneva al suo profilo».
È il «la» per la rivolta della minoranza. Roberto Speranza è ancora più duro: «Se non si dà un segnale fermissimo e rigorosissimo sulla vicenda Cuffaro, il Pd è morto». Il governatore toscano Enrico Rossi ricorda che Cuffaro è stato in carcere «per sette anni per affiancamento e supporto alla mafia». Per il martiniano Matteo Mauri «il Pd dev’essere una casa di vetro». Il ministro Andrea Orlando parla di «tesseramento congressuale, diverso da quello ordinario» e chiede verifiche scrupolose».
Ma c’è davvero questa infiltrazione dei cuffariani? Per i dirigenti no. Da Roma si ricorda la vicenda di Lino Leanza, già vicepresidente di Regione ai tempi di Cuffaro. I politici a lui vicini vennero riassorbiti dal Pd, «con una giusta operazione, benedetta da Raciti». Dove sta lo scandalo, insomma, se qualche cuffariano entra nel Pd? Lo dice, in maniera diversa, anche Davide Faraone: «Il Pd non è un club di iniziati. Bisogna aprire le porte per intercettare tutte le energie positive».
Sbagliato, spiega l’anima dei renziani in Sicilia, «inseguire fantasmi del passato». Il problema, naturalmente, è sapere distinguere il grano dal loglio. Miguel Gotor, minoranza, è sarcastico: «Il Pd non è un club di iniziati ma neanche di affiliati». Guerini si dice realista: «So bene che c’è chi vuole salire sul carro, ma non mi risultano invasioni». Piuttosto, gli pare una polemica a uso interno: «Ogni tre mesi qualcuno protesta: una volta son pochi i tesserati, una volta sono troppi. Così si fa male al partito».
Sul territorio, il tesseramento sembra andato meglio del previsto, attestandosi sui livelli del 2014, anche grazie a una proroga di un mese. I dati ufficiali arriveranno dopo il 14 febbraio, ma dovrebbero essere intorno ai 366 mila del 2014, mille più mille meno. Le oscillazioni medie sono intorno al 10 per cento.
Va bene soprattutto la Puglia, che fa registrare un più 25 per cento, anche grazie al congresso. Bene anche Veneto e Sicilia. Il bilancio in Toscana si chiude con oltre 40 mila iscritti, di cui 6 mila nuovi e 1.800 tessere non rinnovate: «Qui — dice il segretario regionale Dario Parrini — di amici di Cuffaro non ce ne sono». E ancora: «Bersani e Stumpo insultano il partito, si vergognino».
Ma i casi di sofferenza locali non mancano. Anzi. Il Pd di Bisceglie, dopo i casi di tesseramento anomalo, è stato commissariato. Un calo degli iscritti si registra a Bergamo, con una riduzione del 9 per cento. Improvviso boom a Pomigliano, dove si è passati dagli 80 iscritti del 2013 a 1.300. Aumenti anomali anche ad Acquaviva (da 100 a 700) e a La Spezia. Ma soprattutto a Viterbo, dove in un giorno sono state fatte 170 tessere e i giornali locali segnalano la presenza di extracomunitari ai seggi.