Corriere 7.2.16
Una piroetta calcolata
di Marco Imarisio
Ormai
sembra un riflesso condizionato. Non appena la politica incrocia un
tema delicato a livello sociale, M5S naviga a vista. Già ai tempi del
dibattito sullo ius soli il Movimento si era prodotto in una piroetta
scontentando la base. Ora sulle unioni civili le acrobazie dialettiche
di Grillo nascondono più di un rischio.
L a svolta era così
annunciata che ormai non era neppure una svolta. E non solo per i
precedenti, che in materia di diritti civili pure abbondano. A suo
tempo, già sulla questione dello ius soli il sacro blog del Movimento 5
Stelle si era prodotto in una notevole piroetta scontentando una base da
sempre molto più progressista-libertaria e meno calcolatrice del suo
vertice. Ormai sembra un riflesso condizionato. Non appena la politica
incrocia un tema delicato a livello sociale, M5S naviga a vista e
secondo convenienza, in ossequio alla linea dettata da Gianroberto
Casaleggio che prevede di non scoprirsi mai troppo a destra. Con il
gesto alla Ponzio Pilato su unioni civili e su stepchild adoption il
movimento rischia però di farsi male, non solo per una questione di
coerenza.
Il liberi tutti arriva con un comunicato da
contorsionisti, che motiva il ripensamento con una bugia. Nel post
firmato da Beppe Grillo si afferma infatti che nella consultazione
online sulle unioni civili dell’ottobre 2014 non si faceva alcun cenno
alle adozioni, quindi è possibile la retromarcia rispetto a quanto
deciso allora. Non è così. Il quesito parlava di «diritti e doveri
equiparati al matrimonio ma con esclusione della possibilità di adottare
figli estranei alla coppia», disegnando un perimetro all’interno del
quale ricadeva anche la stepchild adoption , già consentita alle coppie
eterosessuali.
Le acrobazie dialettiche di Grillo tentano di
mascherare un piccolo cabotaggio politico sulla cui lungimiranza è
lecito coltivare qualche dubbio. Se la stepchild adoption dovesse
passare, il merito sarà di altri. In caso di bocciatura, la colpa
ricadrà anche su M5S. La mossa rivela soprattutto un discreto cinismo
sulle questioni di principio, considerate spendibili nel nome di una
sempre più accentuata propensione alla politica da retrobottega. Non è
questa la ragion d’essere dei Cinque Stelle. Almeno non dovrebbe. Un
capolavoro, ma all’incontrario.