Corriere 6.2.16
Roma
Il colloquio segreto tra Salvini e Marchini che ora apre alla gara nel centrodestra
Irritazione di Berlusconi
di Tommaso Labate
ROMA
«Sono pronto a rilanciare l’idea delle primarie. Noi per Roma abbiamo
in testa questo progetto civico al quale non intendiamo rinunciare. La
Meloni ha altre idee, Storace ne ha altre ancora… A questo punto
tagliamo la testa al toro e facciamo le primarie, no?». Il pensiero
condiviso con i fedelissimi da almeno un paio di giorni verrà messo a
verbale già oggi. Quando, approfittando di un’iniziativa nel centro di
Roma, Alfio Marchini tirerà dal taschino il jolly delle primarie del
centrodestra. Un estremo tentativo di aggirare il veto di Fratelli
d’Italia sul suo nome, una mossa per tentare di ricompattare quella
vasta ed eterogenea area che — se divisa — lascerebbe la contesa del
Campidoglio a un testa a testa tra Partito democratico e Movimento 5
Stelle.
Ma per spiegare l’imminente «rilancio» di Marchini sulle
primarie occorre fare un passo indietro di qualche giorno. Difficile
capire se ci sia stato un faccia a faccia oppure un lungo colloquio
telefonico ma nell’ultima settimana — al riparo da sguardi indiscreti —
s’è costruito un asse tra l’erede della dinastia dei costruttori rossi e
Matteo Salvini.
Nel colloquio i due avrebbero condiviso alla fine
l’idea di rimettere al centro del dibattito del centrodestra proprio
quelle primarie che Berlusconi non vuole. La consultazione rimetterebbe
Marchini in pista a Roma oggi. E potrebbe valere come precedente a
livello nazionale domani, favorendo la nomination del leader leghista a
candidato premier. Facile mettersi d’accordo quando l’interesse è di
entrambi. E infatti, la gelida reazione di Salvini su Marchini, che
risale a quando il nome del costruttore era stato proposto da
Berlusconi, s’è trasformata in un sostanziale via libera.
A questo
punto della storia, il vero «nemico» dell’«operazione Marchini» è
diventato Silvio Berlusconi, proprio l’uomo che per primo aveva aperto
alla possibilità di scommettere sul candidato civico. In un primo
momento, l’ex premier s’era fatto convincere dai suoi «ad aspettare una
parola da Giorgia Meloni», altra grande oppositrice di Marchini. E ora
che la leader di Fratelli d’Italia s’è chiamata da sola fuori dai
giochi, il presidente di Forza Italia è tornato alla carica con la
candidatura di Guido Bertolaso. «Il nostro nome è lui», ha ribadito
l’altra sera a Palazzo Grazioli, durante una riunione fiume in cui ha
parlato delle nuove leve di Forza Italia (ha citato, tra queste, la
vicepresidente di Confindustria Luisa Ferrarini). Peccato che su
Bertolaso, adesso, ci sia il niet di Salvini. Che ufficialmente non
vuole l’ex numero uno della Protezione civile a causa delle sue pendenze
giudiziarie. Ma che, sotto sotto, ha stretto un patto con Marchini. Che
verrà alla luce solo quando il finanziere romano pronuncerà la parolina
magica. «Primarie».