Corriere 4.2.16
Roma, il Pd studia i sondaggi
L’ipotesi lista civica per Giachetti
Al progetto lavora anche Umberto Croppi, ex assessore di Alemanno
di Ernesto Menicucci
ROMA
Magari sono preoccupazioni infondate, magari è la psicosi scaturita da
Mafia Capitale e dal processo che è ancora in corso, che vede alla
sbarra — insieme ad esponenti del centrodestra — anche diversi politici
dei democrat. Ma sta di fatto che, in alcuni dem della Capitale, la
corsa di Roberto Giachetti verso il Campidoglio (ma prima ci sono le
primarie, con la sfida dall’esito per nulla scontato contro Roberto
Morassut) viene vista con una certa ansia.
Tanto che, fin da
quando il renzianissimo vicepresidente della Camera è sceso in campo,
con un videomessaggio dalla terrazza del Gianicolo, c’è un gruppo di
lavoro che sta studiando come affiancargli alle elezioni una (o magari
più di una) fortissima lista civica. Non una «lista Beautiful», come
venne ribattezzata quella che accompagnò la rielezione di Francesco
Rutelli nel 1997, ma una squadra di personaggi della società civile, che
possa esprimere posizioni non del tutto coincidenti con quelle del Pd
su alcuni temi «caldi» (vedi la candidatura di Roma alle Olimpiadi), per
poter così intercettare anche il voto di una parte dei delusi del
partito del Nazareno.
Tutto nasce da una paura: che nel voto di
lista il Pd vada malissimo e che, più che da traino, quel simbolo
diventi una zavorra. Sembra accorgersene lo stesso Giachetti: «La gente —
dice — è incavolata nera. Bisogna recuperare il rapporto di fiducia».
Del resto, non era sfuggita nei giorni scorsi l’esortazione di Walter
Tocci, uno dei più ascoltati (e rispettati) esponenti della sinistra
dem: «A Roma corriamo senza simbolo», la sua provocazione. Se il segnale
è quello, il rischio che un pezzo di elettorato volti le spalle al Pd è
reale. Addirittura, secondo il gossip romano, ci sarebbero rilevazioni
che danno i dem in caduta libera, vicini al 12 per cento. I vertici del
partito, ovviamente, ostentano tranquillità: «Tutti i sondaggi ci danno
tra il 24 e il 28 per cento. Rispetto a Mafia Capitale, quando eravamo
precipitati al 16 per cento, abbiamo ripreso dieci punti. Il resto sono
chiacchiere». Un aspetto su cui si punta sono le primarie, per
mobilitare l’elettorato, tanto che saranno anche estese a tutti i
Municipi. L’altro ragionamento è sugli alleati: nelle simulazioni,
Scelta civica, Centro democratico e Verdi dovrebbero portare a casa
circa il 3 per cento.
Eppure, per evitare guai, il progetto della
lista civica che non sia solo un «satellite» che gira intorno a
Giachetti sta prendendo piede, con tanto di team che già si è messo al
lavoro. E, oltre ai vertici piddini, oltre al contributo di Francesco
Rutelli (che ebbe, da sindaco, Giachetti come capo di gabinetto), a
questo progetto stanno lavorando anche due «esterni».
Uno è
Riccardo Magi, segretario italiano dei Radicali, partito del quale
Giachetti possiede ancora la tessera. E l’altro è Umberto Croppi, ex
assessore alla Cultura con Alemanno, ma da sempre un «movimentista» tra
le linee dei partiti: dai campi hobbit della destra anni 70 ai Verdi,
passando per Leoluca Orlando e l’appoggio a Ignazio Marino. Ironia della
sorte: Croppi, nel 2008, fu uno degli artefici della vittoria del
centrodestra proprio contro Rutelli. E oggi collabora con lui per far
vincere il Pd.