Corriere 2.2.16
Napoli e Roma, nel Pd la sfida degli anti
Ranieri scende in campo da renziano contro Bassolino. E contro il renziano Giachetti parte Morassut
di Ernesto Menicucci
ROMA
Roberto Morassut a Roma, Umberto Ranieri a Napoli. Due nomi, un solo
destino: rendere più «corpose» le primarie del Pd nel centro-sud, che
altrimenti rischiavano di rimanere un guscio vuoto.
Ma sono due
candidature molto diverse l’una dall’altra. Se infatti Morassut va a
fare lo sfidante del renzianissimo Roberto Giachetti (pur sottolineando
di «non essere un candidato della minoranza», di «avere un rapporto
positivo con Renzi», di averlo sentito «via sms»), puntando anche a
raccogliere il voto di quanti nella Capitale sono delusi dalle ultime
vicende del partito (dal famoso rapporto-Barca sui circoli «pericolosi e
cattivi» fino alla conclusione traumatica dell’esperienza di Ignazio
Marino), la situazione a Napoli è quasi rovesciata.
Perché fino a
poco tempo fa, in campo c’era il solo Antonio Bassolino all’ennesimo
ritorno, contro tutto e tutti. Ma, soprattutto, contro il Nazareno,
quasi come un atto di sfida. E così, da qualche settimana era partita la
caccia a possibili «antagonisti». Prima il sì di Valeria Valente, 39
anni, parlamentare dal 2013, ex assessore della giunta Iervolino, gruppo
di riferimento quello dei «giovani turchi» di Matteo Orfini ma in
passato legatissima proprio a Bassolino. E poi, giusto ieri, la
candidatura di Umberto Ranieri, 69 anni, «migliorista», considerato a
Napoli tra gli allievi prediletti di Giorgio Napolitano, ex
sottosegretario agli Esteri coi governi D’Alema e Amato. Ranieri,
raccontano in città, è «l’anti-Bassolino» per antonomasia: si è
candidato già nel 2011 contro Andrea Cozzolino, perse ma finì con accuse
di brogli, di «infiltrazioni» del centrodestra o addirittura cinesi. Le
primarie vennero annullate, per il Pd corse il prefetto Mario Morcone e
le elezioni le vinse de Magistris. Ranieri, adesso, ci riprova. Forte —
si dice — dell’appoggio diretto di Renzi e dei suoi, pronto a lanciare
subito la prima sfida: «Raccoglieremo intorno alla mia candidatura firme
di iscritti al Pd e anche di elettori di centrosinistra non iscritti.
Poi le presenteremo, perché non accettiamo una regola discriminatoria
che non è stata applicata in altre grandi città d’Italia: contestiamo le
norme redatte in funzione dei signori delle tessere». Ranieri insiste:
«Le ultime scelte, frutto di accordi tra correnti, mortificano Napoli». E
su Bassolino? «Non è la strada giusta. Carica il centrosinistra di una
pesante storia amministrativa dagli esiti discutibili». Quarto candidato
sarà Marco Sarracino, segretario dei Giovani democratici, con la
benedizione di Guglielmo Epifani.
A Roma la situazione appare più
chiara. Su Morassut potrebbero anche confluire i voti della sinistra
dem, visto che Massimo Bray — che era «sponsorizzato» da Massimo D’Alema
— ha annunciato ieri «che non ci sono i presupposti per una mia
candidatura». Che si candidi direttamente a sindaco? Su questo l’ex
ministro non si è ancora pronunciato.