Corriere 29.2.16
In tv va in scena il duello a sei a sinistra Giachetti: non è detto che ce la facciamo
Il vicepresidente della Camera: per le unioni civili bene anche i voti di Verdini
di Ernesto Menicucci
ROMA
Ad una settimana dal voto, la sensazione sulle primarie del Pd per il
sindaco della Capitale è netta: la partita pare giocarsi più sui
posizionamenti interni che sui temi della città. In questo senso, i due
principali sfidanti «Roberto & Roberto», cioè Giachetti e
Morassut, si sono caratterizzati sempre di più.
Da una parte c’è
il vicepresidente della Camera, renzianissimo, che non disdegna neppure i
voti di Denis Verdini: «Non penso — dice — che il Pd sia meno di
sinistra e non penso che abbia aperto a Verdini. Per ottenere una legge
che si attendeva da 30 anni va bene il voto di chiunque». Si parlava,
naturalmente, del sostegno dei verdiniani sulle unioni civili ma pare un
segnale: i dubbi su un «patto del Nazareno» mascherato agita anche
pezzi del centrodestra.
Dall’altra parte, invece, Morassut punta
molto sull’immagine di «sinistra»: «Un pezzo di quel mondo si riconosce
di più in me. Sono orgoglioso che nel mio passato ci siano Bettini e
Veltroni, e non certo Carminati». Il primo confronto a sei (gli altri in
lizza sono la ragazza autistica Chiara Ferraro, Gianfranco Mascia,
Domenico Rossi, Stefano Pedica) ieri a In mezz’ora , da Lucia
Annunziata. Morassut è più convinto: «Le elezioni a Roma le vince il
centrosinistra, la destra è nel caos». Giachetti più cauto: «Non è detto
che ce la facciamo. Abbiamo di fronte giorni e settimane per poter
convincere i romani». Mascia si presenta con l’inseparabile orso di
peluche e parla di «ambiente e rifiuti», il generale Rossi punta su
«lotta agli sprechi e alla corruzione», Pedica calca sulle «periferie
abbandonate». Ignazio Marino (e la sua caduta) è il convitato di pietra.
Per Morassut «è rimasta una ferita, ma lui era distante dalla città».
Per Giachetti «se uno inizia dicendo “non è politica è Roma” è chiaro
che la politica ti espelle». Giachetti rivendica che «Roma dal ‘93
(giunta Rutelli, con «Bobo» caposegreteria del sindaco, ndr ) è rinata» e
carica apposta sulle «incompiute» (molte in epoca veltroniana, quando
il «rivale» era assessore), Morassut vede un «Campidoglio Leviatano» e
insiste: «Io non sono stato chiamato da nessuno». Mafia Capitale? Su
questo sono d’accordo: «Il Pd è stato consociativo», dice Giachetti.
«Eravamo caduti a un livello bassissimo», dice Morassut.
Ma il
dibattito, oggettivamente, langue: pochi temi, poca verve. Virginia
Raggi, candidata sindaco di M5s, twitta: «La fiera dell’usato».