lunedì 29 febbraio 2016

Corriere 29.2.16
Buco nei conti dell’Unità, l’irritazione di Renzi verso i circoli
Pochi abbonamenti dalle sedi pd. E il segretario potrebbe destinare al quotidiano i fondi del tesseramento
di Claudio Bozza

ROMA I conti dell’ Unità non tornano, Renzi batte i pugni sul tavolo e chiede chiarezza. Lo scorso giugno il giornale fondato da Gramsci è tornato in edicola, ma in meno di un anno sono state accumulate perdite preoccupanti, che agitano l’amministratore delegato Guido Stefanelli e il direttore Erasmo D’Angelis.
Unità srl non ha ancora approvato il primo bilancio, ma secondo quanto appreso da fonti qualificate il giornale perderebbe più di 200 mila euro al mese, che alla fine dell’anno significano un rosso di circa 2,4 milioni. La situazione finanziaria, con il mercato pubblicitario ormai asfittico e lo scarso appeal tra i lettori (in primis quelli storici), è diventata sempre più preoccupante. E nelle settimane scorse la patata bollente è arrivata sulla scrivania del premier e segretario del Pd, che ha chiesto chiarimenti a Francesco Bonifazi (tesoriere del partito) contestandogli di non averlo messo dovutamente al corrente riguardo l’evoluzione dei conti dell’ Unità , di cui Renzi segue molto da vicino la fattura grazie allo stretto legame con il direttore D’Angelis.
Il giornale è per l’80% di proprietà del gruppo Stefanelli-Pessina, solida realtà da 400 milioni di fatturato tra immobiliare e acque minerali e che per la rinascita dell’ Unità ha già investito diversi milioni. Il 19,05% è invece di proprietà di Eyu, una srl che fa capo al Pd. Ed è qui che entra in gioco il segretario, che dopo l’impegno profuso per riportare in edicola il foglio gramsciano vuole scongiurare scivoloni politici e finanziari, coordinando un importante intervento economico che consenta di chiudere il primo bilancio riducendo i danni, anche grazie ad un sempre più probabile aumento di capitale.
Le aspettative di mercato, anche contando sulla rivoluzione identitaria dell’ Unità e sul cambio di vento politico, erano infatti ben altre. Renzi, oltre alla passione per il giornalismo, conosce bene anche la rete di distribuzione di un giornale, visto che da giovanissimo coordinava gli strilloni che ai semafori di Firenze e provincia distribuivano La Nazione . Il segretario puntava a ricostruire la rete di radicamento del partito anche grazie alla nuova Unità grazie e ad una precisa intuizione: un circolo, un abbonamento. E visto che, in Italia, i circoli del Pd sono oltre settemila, la riuscita di questo piano avrebbe garantito un bacino di copie sicuro. Di quegli abbonamenti, nonostante gli appelli ai circoli, ne sono arrivati molto pochi. Lo stesso è accaduto tra parlamentari e co nsiglieri regionali dem.
Nel frattempo si sono accumulati i costi delle circa 60 mila copie stampate ogni giorno, voce chiave di spesa oltre a quella dei 30 giornalisti (dimezzati rispetto a prima). Il segretario del Pd non sembra però aver gradito la fredda reazione dei circoli, e secondo quanto filtra dal Nazareno avrebbe congelato circa un milione e mezzo di euro che il partito nazionale avrebbe incassato (e dovuto redistribuire alle sezioni locali) grazie a due per mille, tesseramento e cene di finanziamento, escluse quelle destinate a contribuire alla Fondazione Open, braccio operativo dell’attività politica dei renziani. E quel milione e mezzo, adesso, potrebbe essere dirottato per tamponare le falle dei conti dell’Unità.