domenica 28 febbraio 2016

Corriere 28.2.16
Pd, lo stop del leader al congresso anticipato
Renzi chiude alla minoranza e si dice «straorgoglioso» della legge sulle unioni civili. Duello Boschi-Gotor
di Al. T.


ROMA Alle richieste di molti esponenti della minoranza di anticipare il congresso arriva una risposta indiretta, che raffredda le speranze di un redde rationem prima del tempo. La scadenza naturale della segreteria è il dicembre 2017 e, la decisione di anticiparlo, fanno sapere dai piani alti del Pd, «è della direzione, dove la maggioranza che sostiene la segreteria Renzi ha un consenso del 79 per cento. Se anche si decidesse di anticipare il congresso, significherebbe andare a primavera 2017, anziché dicembre».
Risposta che fa capire come il clima nel partito, dopo il duro scontro sulle unioni civili non si sia affatto rasserenato. Matteo Renzi va per la sua strada e, anzi, intervenendo alla scuola di formazione politica del Partito democratico, spiega di sentirsi «straorgoglioso» per il risultato raggiunto, nonostante le difficoltà, con il voto del Senato sulle unioni civili. «C’era un disegno politico di non fare nessuna legge, di fare la melina — spiega Renzi —, e allora quando si fa la melina serve un colpo di reni per vincere e vi dico che se avessimo fatto ancora zero a zero sui diritti sarebbe stato da vergognarsi». Se è vero che «bisogna essere realisti e chiedere l’impossibile», ha aggiunto, occorre anche concentrarsi sugli obiettivi realizzabili.
Sul disegno di legge interviene anche il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi: «La mia posizione era anche più coraggiosa di quella che abbiamo approvato. Il voto è stata un vittoria per i diritti civili». La politica, ha aggiunto il ministro, «non significa rinunciare ai propri ideali. Ma avere la responsabilità di rendere quegli ideali concretamente possibili, di renderli realtà». Boschi rivela: «Quando ci siamo giocati tutto con il maxiemendamento, e ho dovuto firmare, mi tremava la mano. Perché nel firmare ho pensato a tanti volti, a tanti nomi. E ho pensato a dei miei amici per cui questa legge è arrivata tardi. Un mio amico se l’è portato via una brutta malattia in due settimane. Ma per tante altre coppie questa legge servirà». Ma per il ministro Boschi, il ddl Cirinnà è solo un punto di partenza: «È l’inizio di un percorso non ancora finito, c’è l’impegno su una legge sulle adozioni che riguardi tutti, i gay, i single e le coppie di fatto. Per farla dovremo partire da un elemento semplice: chi è il soggetto più importante? Per me il bambino è il soggetto più debole che deve essere tutelato e si parte da lì per la legge sulle adozioni». E Sandra Zampa avverte: «Questo partito rischia di perdere l’anima».
Quanto alle polemiche interne, la Boschi spiega che l’Italicum «non permetterà più strane coalizioni come in passato. E con tutto il bene che voglio a Speranza, mi chiedo come lui — che non ha votato questa legge che prevede il premio alla lista — poi ci venga a dire che certe coalizioni e maggioranze spurie non vanno bene». Alla Boschi risponde Miguel Gotor, della minoranza: «Le alleanze definite “spurie” in modo dispregiativo erano quelle dell’Ulivo, che hanno portato l’Italia in Europa e ridotto il debito pubblico. Ho difficoltà a sostituire Vendola con Verdini. È ora di un congresso vero». Poi una lite con il presidente dell’Emilia-Romagna, regione nella quale, dice Gotor, si è manifestata una «disaffezione» degli elettori .