Corriere 1.2.16
Bernie
Il socialista che piace al popolo più anti-marxista del mondo
Perché «i soldi si fanno altrove»
di M.Ga.
Il
populismo americano, un vento tradizionalmente forte nel Mid-West. Il
malessere degli elettori del ceto medio che sentono di contare sempre
meno e vedono i loro redditi ristagnare o, addirittura, calare.
L’ostilità nei confronti della finanza di Wall Street. Sono questi i
fattori che stanno mettendo le ali alla campagna dei due
candidati-ribelli della destra e della sinistra, Donald Trump e Bernie
Sanders. Com’è possibile che due personaggi agli antipodi, non solo come
proposta politica ma anche come stile, peschino negli stessi umori?
Perché
il ridimensionamento del ruolo degli Usa nel mondo e gli squilibri
nella ripresa dell’economia americana hanno aperto varchi per i
candidati dell’antipolitica tanto a destra quanto a sinistra, lasciando
al centro esponenti repubblicani moderati come Jeb Bush che raccolgono
le briciole e Hillary Clinton costretta, anche se di malavoglia, a
mettersi sulle spalle l’eredità politica di Obama. Nel suo populismo
tuonante, Trump promette tutto a tutti: meno tasse, più lavoro, più
servizi. Idolo degli operai bianchi conservatori perché non si presenta
come miliardario ma come uno deciso a cacciare gli immigrati che
«rubano» il lavoro.
Sanders, che si dichiara socialista in un
Paese da sempre allergico a ogni influenza marxista, sembrava destinato a
raccogliere consensi quasi solo negli Stati progressisti del New
England, attorno al suo Vermont. Ma poi ha cominciato a riempire piazze e
palasport da un capo all’altro dell’America mentre Hillary Clinton
teneva comizi davanti a platee mezze vuote. Anche nell'Iowa, Stato di
solide tradizioni conservatrici e molto religioso, Sanders sta
spopolando. Qui, nel villaggio di Waterloo, lo acclamano i giovani ma
anche le famiglie. La spiegazione c’è: questo Stato ha un elettorato
molto ideologico, a destra come a sinistra. Alla fine, più del
pragmatismo di Hillary, fa presa la logica socialdemocratica di Sanders
che tocca i tasti giusti come le eccessive sperequazioni nella
distribuzione dei redditi e la necessità di migliorare i servizi
sanitari nelle campagne: «29 milioni di americani ancora senza
assistenza medica nel Paese più ricco del mondo. Molti altri sono
coperti solo in parte. E il sistema Usa costa molto di più di quelli
europei che coprono tutti». Sanders ora propone di smantellare le
assicurazioni sanitarie private o di trasformarle in «non profit». Quasi
una «mission impossible» ma Bernie fa breccia quando dice che,
affidandosi al mercato, nelle campagne non ci saranno più medici perché i
soldi si fanno altrove.
Stasera si vota: vedremo se il sostegno
delle piazze troverà riscontro nei «caucus». Sanders può fare bene qui e
vincere in New Hampshire, ma Hillary resta favorita, visto il suo
enorme vantaggio negli Stati-chiave.