martedì 5 gennaio 2016

Repubblica 5.1.16
E Renzi vuole la legge prima delle comunali
il retroscena. Il premier tenta di lanciare un messaggio all’elettorato di sinistra più sensibile al tema dei diritti
di G. A. F.


ROMA. Le carte da giocare in vista delle amministrative del giugno prossimo sono due: unioni civili e ius soli. Matteo Renzi si è convinto che siano queste le fiches con cui presentarsi per il test elettorale, dove in realtà, come Roma, Napoli e Torino, il Pd con molta probabilità non avrà il sostegno della sinistra più radicale. Così facendo il premier pensa che quell’elettorato, più sensibile sui temi dei diritti civili, potrà scegliere il Pd. «Portiamo a casa queste leggi, dimostriamo che i diritti li vogliamo davvero. Non solo a parole, ma con i fatti», avrebbe spiegato il capo dell’esecutivo ai suoi. Non solo. Renzi in questo modo disarmerebbe il M5S che sarebbe così preso in contropiede. Al punto che i pentastellati hanno già fatto sapere che voteranno le unioni civili: «Il Movimento Cinque Stelle è pronto a votare il testo Cirinnà così com’è e non è interessato alle polemiche e alle beghe tra Pd e centrodestra ». Le truppe di Grillo a Palazzo Madama pongono una condizione: non toccare la step child adoption, che permette a uno dei membri dell’unione civili di adottare il figlio del partner.
L’accelerazione del Nazareno è evidente già nelle parole della Serracchiani. L’altro segnale viene da Giorgio Tonini, senatore Pd di estrazione cattolica e interprete dei desiderata del premier in materia di diritti civili, che ha dichiarato: «Ho perplessità e riserve sulla stepchild adoption, ma alla fine il ddl Cirinnà è la soluzione più saggia». Se Renzi intende lasciare libertà di coscienza sulla stepchild adotpion, dopo averla però fatta difendere, il renziano Andrea Marcucci invita i cattolici del Pd a presentare ugualmente i loro emendamenti: «Se ci sono ipotesi integralmente o parzialmente alternative al ddl Cirinnà, anche dentro il Pd, si confrontino con i numeri dell’Aula». Insomma, sarà uno scontro a viso aperto, dove ognuno potrà giocare le sue carte. In particolare, nei molteplici voti segreti che si annunciano sull’art.5, ovvero nella parte relativa alle adozioni. I senatori cattolici del Pd punteranno tutto sulla sostituzione della stepchild adoption con l’affido rafforzato. «L’emendamento è pronto: finora lo abbiamo firmato in cinque, ma raggiungeremo facilmente le 25 adesioni», assicura uno dei firmatari il senatore Pd Stefano Lepri. Oppure, sussurrano dal Pd, c’è chi punterà a stralciare la stepchild adoption con emendamenti soppressivi.
Alla fine chi avrà la meglio? Per i cattolici del Nazareno sui numeri la sfida è aperta perché, confidano, «nel segreto dell’urna si riverseranno tutte le perplessità e le tensioni dei partiti». Renzi, però, è convinto che alla fine anche i centristi rinunceranno alle barricate. E poi sulle unioni civili il Pd potrebbe incassare voti da Forza Italia. Berlusconi ha già lasciato libertà di coscienza e se al Senato il gruppo di Fi è più conservatore (Lucio Malan ha già dichiarato che voterà contro), a Montecitorio Stefania Prestigiacomo giura che voterà il ddl Cirinnà: «Se non ora quando?».