sabato 30 gennaio 2016

Repubblica 30.1.16
Christiane Taubira.
“Continuo a fare politica ma non penso all’Eliseo”
L’ex ministro della Giustizia francese parla dopo le dimissioni in opposizione alle controverse leggi sul terrorismo: “Io sto con chi cerca una speranza”
“Senza Schengen l’Europa si condanna alla decadenza. No a nuovi muri”
di Federico Rampini


NEW YORK GLI accademici la esaltano come una grande scrittrice della cultura nera, stimata in tutto il mondoÈ. Gli studenti francesi che accorrono ad ascoltarla le gridano Çarrivederci al 2017È, inneggiano ad una sua candidatura alla prossima elezione presidenziale. Della sua carriera politica non vuole parlare, ma risponde alle mie domande sui grandi temi del momento, Schengen, lÕimmigrazione, il multiculturalismo.
Aumenta il rischio che l’Europa delle frontiere aperte stia vivendo i suoi ultimi giorni. Le sospensioni degli accordi di Schengen si moltiplicano. Che cosa verrà dopo?
ÇNon posso parlare qui a New York senza ricordare cosÕ• stata questa cittˆ nellÕultimo periodo cupo che visse lÕEuropa. Negli anni Quaranta New York accolse francesi che fuggivano dal nazifascismo, grandi intellettuali come Saint Exupery, Breton, LŽvi Strauss, e la cultura americana ne fu arricchita. Accolse francesi naturalizzati come Max Ernst, che era nato tedesco. Quegli esuli, quei profughi, contribuirono a fare di New York la capitale del mondo libero. LÕUnione europea si • costruita sul principio di libera circolazione delle merci, dei capitali e delle persone: oggi le prime due vanno a gonfie vele, solo la terza viene rimessa in discussione. Senza Schengen non avremmo Erasmus, formidabile arricchimento delle opportunitˆ di formazione per i nostri giovaniÈ.
Frontiere aperte uguale insicurezza, è l’equazione che sta avanzando ovunque.
ÇBisogna reagire al caos del nostro mondo, che destabilizza paesi vicini. Non dimetichiamo che il disordine delle ondate di profughi • anzitutto un movimento da Sud a Sud, tra paesi limitrofi. Ma non cÕ
• dubbio che dei criminali penetrano anche quei flussi di profughi in viaggio verso lÕEuropa. Non va ignorato il pericolo. Non • una ragione per polverizzare delle conquiste fortemente volute dai nostri popoli come lÕapertura delle frontiere. Il pericolo mortale per Schengen e per lÕidea di Europa viene da governi che non hanno il coraggio politico di organizzare un vero controllo alle frontiere esterne di Schengen. Cosa resta dellÕEuropa, senza Schengen? Ciascuno regredisce a quel che era stato prima, e nulla di pi•. Si perde unÕesperienza straordinariaÈ.
Come intellettuale prima ancora che come politica, lei è considerata un’esponente autorevole del multiculturalimo, del dialogo tra civiltà e religioni diverse. Oggi da diverse forze politiche europee come nell’America che tifa per Donald Trump il multi-culturalismo viene denunciato come una debolezza, un cedimento verso i nemici spietati che vogliono distruggere le democrazie laiche dell’Occidente.
ÇPurtroppo chi semina la discordia e la lacerazione • pi• rumoroso, pi• udibile, in questo periodo. Certamente dobbiamo credere alla soliditˆ dei nostri valori, cominciando dallÕilluminismo di Condorcet che voleva opportunitˆ di istruzione eguali per ragazzi e ragazze, e affidava alla scuola questo compito: preparare dei cittadini difficili da governare perchŽ autonomi, dotati di libero arbitrio. Bisogna garantire la libertˆ di fede religiosa, ma anche quella di non credere, o smettere di credere, o cambiare fede. Lˆ dove non viene applicata la legge dello Stato, comanda la legge del pi• forte, e il debole soccombe. Ma sono proprio i terroristi quelli che seminano lo spirito della distruzione, predicano la guerra tra culture, lo scontro di civiltˆ. La nostra risposta deve garantire la sicurezza dei cittadini senza rinunciare a quelle che sono le nostre ricchezze migliori. Credere che si possano ricostruire delle societˆ omogenee • unÕimbecillit ˆ: le societˆ chiuse e autarchiche non sono quasi mai esistite, o sono decadute velocemente perchŽ asfittiche, geneticamente malate, condannate a morireÈ.
Cosa cambia nella sua vita, dopo le dimissioni da ministro?
ÇFinalmente posso tornare a leggere libri anche di giorno, non solo la notteÈ.
Qui alla New York University le hanno gridato “2017”, dei giovani francesi la vorrebbero candidata all’Eliseo, ma lei si è rifiutata di criticare François Hollande.
ÇNon mi sentiranno attaccare il presidente. Quando la Francia • in pericolo, come oggi, ha bisogno di istituzioni forti. Non smetter˜ di fare politica come lÕho sempre fatta. Quando il mondo intero vacilla, ciascuno deve interrogarsi sui propri doveri e prendersi delle responsabilit ˆ. Non troveremo la pace nellÕegoismo, ignorando la sofferenza che ci circonda. Neppure i ricchi possono essere veramente felici, assediati da tanto dolore e amarezzaÈ.
HO voltato una pagina della mia vita, ma la lotta per i valori in cui credo prosegue in altre forme. Oggi l’Europa corre un rischio mortale: se finisce Schengen, le singole nazioni ripiegate su se stesse si condannano alla decadenza. Io sto con quelli che varcano le frontiere in cerca di speranza, non con chi costruisce nuovi muri ». Christiane Taubira arriva a New York appena 48 ore dopo le sue clamorose dimissioni dal governo francese. È ormai un’ex ministra della Giustizia. Ha lasciato dopo essersi opposta invano alla riforma costituzionale che consentirà di togliere la cittadinanza francese ai bi-nazionali colpevoli di terrorismo. La New York University le riserva un’accoglienza trionfale.