Corriere 30.1.16
Partito della nazione, duello Orlando-Boschi
Il ministro: «Inquietante». La collega, con lui a Milano: «Non significa imbarcare tutti». Poi applaude Sala
di Elisabetta Soglio
MILANO
Lo spunto glielo offre il ministro Andrea Orlando che senza mezzi
termini ammette: «Il Partito della nazione per me è inquietante». Seduta
allo stesso tavolo, la sua collega Maria Elena Boschi replica
rilanciando: «Dobbiamo tornare all’origine dell’idea di Partito della
nazione, che non è “stiamo tutti sulla stessa barca”, né il partito
dell’indifferenza e neppure il partito di Renzi». E riavvolge il nastro:
«Eravamo all’indomani delle Europee e c’erano persone che vedevano nel
Pd il muro all’antieuropeismo e all’antisistema». Il Pd come «argine»
alle forze antieuropee, insomma. «In quel senso — spiega Boschi — dico
che serve un partito che riesca a parlare a più persone con cui prima
non dialogava». L’obiettivo deve essere «una grande forza che sia la
declinazione in Italia del socialismo europeo».
Tutto questo ieri a
Milano, durante il convegno organizzato dalla corrente «Sinistra è
cambiamento» che fa riferimento al ministro delle Politiche agricole
Maurizio Martina e che ha voluto unire molti colleghi a confrontarsi sul
tema «Tante anime, un solo partito». In effetti le «anime» sono tutte
rappresentate: intervengono uno dopo l’altro Orlando, appunto, Martina,
Cesare Damiano, Barbara Pollastrini, Matteo Mauri. In collegamento video
manda il suo incitamento a continuare su un «progetto unitario» anche
Nicola Zingaretti. Poi tocca al ministro Boschi che difende il lavoro
del governo Renzi: «In due anni abbiamo mantenuto tutti gli impegni, la
fiducia è tornata e sono tornati anche gli investimenti stranieri nel
Paese». E ora, «la sfida più grande è riuscire ad imporre in Europa lo
stesso cambiamento che abbiamo portato in Italia». Mentre il ministro
Boschi sta parlando, arriva Giuseppe Sala, candidato alle primarie del
centrosinistra. A suo favore si era già espresso il ministro Martina:
«Penso che questa sia la candidatura migliore se si guarda al futuro e
sono convinto che tanti milanesi sceglieranno questa strada». Sala è
salutato con un applauso al quale si associa anche il ministro Boschi.
Non è finita qui: i due se ne vanno insieme. Appuntamento neppure troppo
segreto in un bar di piazza Gae Aulenti.
L’endorsement della
Boschi pare la risposta a distanza di quello arrivato il giorno prima
dal sindaco Giuliano Pisapia, supporter di Francesca Balzani. Ed ecco la
nota con due righe del ministro: «Beppe Sala è il candidato che conosco
meglio. Ne ho apprezzato la tenacia quando Expo sembrava sul punto di
fallire e non ci credeva nessuno. Peccato solo che lui tifi Inter e io
Milan, ma non è così grave». Parità.