sabato 30 gennaio 2016

Repubblica 30.1.16
La manifestazione.
Da tre giorni in preghiera nei monasteri, mentre per arrivare al Circo Massimo sono previsti anche decine di treni speciali. L’avviso: “Attenti a cosa dite, rischio strumentalizzazioni”
Mobilitati 186 conventi e 1.200 bus spunta il decalogo anti-provocatori
di Zita Dazzi Sara Scaraffia

MILANO. In prima fila, simbolicamente, ci sono anche loro, le suore di 186 conventi italiani che, in vista dal Family day, da tre giorni stanno pregando per il buon esito della manifestazione. Alcune di loro – giurano gli organizzatori – oggi saranno in piazza, con i rosari e le mani giunte, in mezzo agli scout e ai seminaristi, ai focolarini e ai neocatecumenali, alle Sentinelle in piedi e ai militanti delle cento sigle della galassia cattolica, dal Forum delle famiglie alla Comunità Papa Giovanni XXIII, dai genitori delle scuole cattoliche Agesc al Movimento per la vita, da Alleanza cattolica al Movimento cristiano lavoratori. I militanti dei movimenti ecclesiali sono in fermento da settimane in ogni regione d’Italia, anche se, alla fine, sono poche le grandi sigle cattoliche che – pur criticando duramente il disegno di legge Cirinnà - hanno deciso di dare l’adesione ufficiale. Da Comunione e Liberazione ad Azione Cattolica, dalle Acli all’Agesci negli ultimi giorni è stato tutto un correre a mettere in evidenza che tutti gli aderenti sono liberi, anzi pregati di partecipare, ma che chi va lo fa «a titolo personale». Così, agli scout che andranno in piazza il sito nazionale della casa madre rivolge la raccomandazione di non fare «un utilizzo strumentale e non appropriato dell’uniforme ». Detto ciò, che la manifestazione sarà affollata si può presumere dai numeri che circolavano ufficiosamente ieri. Basti pensare che in oltre 6mila si sono messi in moto dalla piccola Brescia, che poi è la città del medico Massimo Gandolfini, coordinatore nazionale del Comitato Difendiamo i nostri figli. Centinaia di migliaia di manifestanti sono in arrivo da Napoli e dalla Campania, così come da Palermo e dal resto della Sicilia, dalla Puglia e Basilicata, dal Veneto come dal Piemonte. Decine i treni speciali prenotati dalle città. Tre partono da Milano Centrale, dove a gestire la delegazione è la rivista “Tempi” diretta dal ciellino Stefano Amicone, che ha deciso di spendersi con tutte le sue energie per la manifestazione sulla quale pure il presidente del movimento, don Juàn Carròn, ha espresso più di una perplessità. Sono in totale almeno 1200 i pullman previsti da tutte le diocesi, che in alcuni casi – da Torino a Bari - hanno anche promosso online e logisticamente organizzato la partenza dei fedeli, mettendo sull’home page dei siti istituzionali le indicazioni per viaggio e costi. Il vescovo di Livorno, monsignor Simone Giusti, ha deciso che l’Opera diocesana dei pellegrinaggi pagherà il viaggio ai fedeli.
Sottopelle, l’evento del Circo Massimo teme l’”incidente” E si cautela con un vademecum diffuso tra i partecipanti: c’è l’invito a non rispondere a «provocatori », né «a giornalisti che fanno domande sull’utero in affitto ». Il sito “Giuristi per la vita” fra gli organizzatori - invita anche a «evitare protagonismi» dal momento che «è probabile che a margine della manifestazione vi siano dei contestatori. Non possono quindi escludersi a priori, possibili cori, striscioni, ostentazioni plateali, provocazioni, o anche lanci di oggetti». Chiusura a guscio e monito a «evitare di rilasciare dichiarazioni, che potrebbero essere strumentalizzate o distorte. Una sola risposta sbagliata può delegittimare l’intera manifestazione ». Ci saranno manifestanti che arrivano da molto lontano. C’è chi è in arrivo in auto dal Friuli e chi in aereo dalla Sardegna. Tra questi ultimi c’è Gianni Chessa, insegnante di educazione fisica, da Cagliari con la moglie casalinga e i dodici figli, la più piccola di 2 anni, la più grande di 18. Spenderanno 1400 euro, «più 800 per affittare due appartamenti che ci contengano tutti ». «E per fortuna - scherza - il tredicesimo figlio è ancora nel grembo dalla mamma». Se quello dei Chessa non è un record, poco ci manca: «Ci sono anche famiglie con 16 figli: noi abbiamo già una squadra di calcio e adesso stiamo allungando la panchina», dice il capofamiglia sardo. «Per venire a Roma tagliamo spese inutili e faremo le ferie nella nostra bellissima Cagliari: ma al Family day non potevamo mancare». In piazza sono attesi anche esponenti di altre confessioni, come pentecostali, evangelici, gruppi di ortodossi. Ci saranno persino gli islamici della moschea di Centocelle, che avevano già esordito al Family day di giugno.