Corriere 30.1.16
Ecco il Family day. Il fronte dei parlamentari
Gandolfini:
saremo un milione. Il vademecum: girate in gruppo, non rispondete a
provocatori e giornalisti Tensioni nel Pd per i cattodem, rinviata
l’assemblea. La Cei: così equiparano matrimonio e unioni civili
di Alessandra Arachi
ROMA
Oggi scende in piazza il popolo del Family day e alla vigilia
intervengono i vescovi. «È in corso l’equiparazione tra matrimonio e
unioni civili, con l’introduzione di un’alternativa alla famiglia»,
denuncia un comunicato del Consiglio episcopale permanente che si è
riunito dal 25 al 27 gennaio scorsi, ma solo ieri ha fatto uscire la
nota di denuncia contro il disegno di legge Cirinnà, alla vigilia della
manifestazione del Circo Massimo. Il premier Matteo Renzi avrebbe
raccomandato una linea di rispetto per la piazza in attesa del voto
slittato all’8 febbraio. Anche per questo si è deciso di rinviare alla
prossima settimana l’assemblea del Pd. «Ma la legge si farà», conferma
il ministro Maria Elena Boschi.
Si comincia oggi alle 14. Massimo
Gandolfini, il chirurgo di Brescia promotore del Family day, lo ha detto
e ripetuto: «Saremo oltre un milione di persone». E la conta sarà stata
fatta sui pullman, sui treni, sulle adesioni a questo comitato che già
nel giugno scorso aveva rodato la macchina organizzativa per dire sì
alla famiglia tradizionale e un no netto alla legge sulle unioni civili.
La politica non mancherà. Più di 200 parlamentari hanno aderito alla
manifestazione, tra questi la delegazione di Ncd è la più numerosa. Del
governo ci sarà il ministro dell’Ambiente dell’Udc, Gianluca Galletti,
mentre il titolare dell’Interno Angelino Alfano ci sarà «con il cuore»
insieme al ministro della Salute Beatrice Lorenzin, in viaggio in Cina.
Dal Pd ha dato la sua adesione entusiastica il deputato Beppe Fioroni:
«Nel 2007 ho partecipato da ministro, figuriamoci se non vado ora».
Ci
saranno in tanti di Ncd, in testa il capogruppo al Senato Renato
Schifani. Ma ieri è stata la deputata dell’Udc-Ap Paola Binetti a
polemizzare con l’alleato Ncd all’indomani delle nomine del governo: «Se
Ncd rinuncerà a votare secondo i suoi principi non escludo la
separazione di Udc e lo scioglimento di Area popolare». In piazza anche i
parlamentari di Lega e Fratelli d’Italia, capitanati da Giorgia Meloni,
i fittiani di Conservatori e riformisti, mentre per Forza Italia hanno
detto il loro sì convinto il capogruppo della camera Renato Brunetta e
il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri. Non manca all’appello
l’estrema destra di Forza nuova che al Circo Massimo arriverà in
compagnia di CasaPound e ciò fa temere che il clima possa degenerare.
Il
gruppo Giuristi per la vita, che partecipa all’organizzazione, ha
diffuso un vademecum con indicazioni per la manifestazione: non parlate
con «contestatori», «provocatori» e soprattutto «con i giornalisti»;
«rimanete in gruppo».
A tutti i partecipanti arriva un appello
dell’Agedo, associazione che riunisce genitori, parenti e amici di
omosessuali: «Sarete in migliaia in piazza e nonostante facciate fatica a
immaginarlo, è statisticamente sicuro che tra i vostri figli vi siano
molti ragazzi e ragazze che, anche se non vi hanno mai confidato nulla,
sono gay, lesbiche, bisessuali e transgender e in questo momento si
stanno chiedendo se avranno una vita felice come tutti i loro amici
oppure no».
La piazza del Family day dice un no secco alla legge
sulle unioni civili perché non vuole riconoscere agli omosessuali alcun
tipo di diritto che riguarda la coppia, ma soltanto quelli individuali,
già previsti dal codice civile. E a dire sì a questo messaggio oggi ci
saranno anche i gonfaloni di tre Regioni: Lombardia, Liguria e Veneto.
Arriveranno i governatori Roberto Maroni e Giovanni Toti, mentre il
veneto Luca Zaia ha mandato a Roma una delegazione ufficiale. Ma non è
tutto. Nel corteo anche una rappresentanza di sindaci, capitanata dal
primo cittadino di Verona Flavio Tosi.