Repubblica 30.1.16
Se i bambini ricordano le fiabe sentite prima di nascere
Solo ascoltando le storie si impara fin da piccoli a distinguere i suoni delle parole e le intonazioni delle frasi
Psicologia e neuroscienze lo confermano: raccontare le favole aiuta lo sviluppo
di Antonio Damasio
Per
migliaia di anni, prima che fosse inventata la scrittura e resa
possibile la lettura silenziosa, il racconto orale era il mezzo
principale per trasmettere, ad altri, significati complessi. La
tradizione orale probabilmente risale alla nascita dei fuochi di
bivacco, quando i membri di una tribù potevano raccogliersi alla sera,
in un cerchio magico, raccontare gli eventi della giornata e dare un
senso alla loro esistenza. Allora, come ora, i significati complessi non
venivano trasmessi da parole isolate, ma piuttosto da frasi costruite
in forma di narrazione. Raccontare oralmente era così naturale che
questa tradizione non scomparve dopo l’invenzione della scrittura e dopo
che la lettura silenziosa di materiale scritto divenne realtà. La
tradizione è viva in ambiti diversi, in particolare nel teatro e nella
declamazione poetica, due forme di comunicazione che sono state
coltivate fino ai giorni nostri. Dato il vasto accesso alla lettura di
testi scritti, stampati o elettronici, forse ci si dovrebbe interrogare
sui meriti specifici della lettura a voce alta ai bambini. È davvero a
loro vantaggio? Sono lieto di rispondere di sì e di riferire che i
meriti sono molti.
Molto prima che i bambini possano realmente
leggere un libro, il fatto che venga loro letto può compiere meraviglie.
Aiuta i bambini a familiarizzare con un discorso ben articolato, con i
suoni che formano le parole, e con il loro significato. I bambini
riescono anche ad afferrare il significato di intere frasi, e, ultimo ma
non meno importante, possono notare le intonazioni che il lettore dà a
determinate parole e apprendere il significato di tali intonazioni. I
bambini possono familiarizzare con la particolare musica che componiamo
in modo naturale quando colleghiamo le frasi, con le loro ricche
cadenze, nel corso di una storia. Questo rafforza la padronanza della
prosodia del linguaggio — la prosodia è la forma tecnica della musica
del nostro linguaggio, in qualsiasi lingua. Anche se dalla lettura a
voce alta non dovesse scaturire nient’altro, questo particolare
risultato varrebbe lo sforzo. Infatti, comprendere e produrre prosodia è
un fattore chiave per un comportamento sociale efficace.
Naturalmente,
si potrebbe dire che i bambini possono imparare ad avere la padronanza
della prosodia, udita quanto prodotta, nei loro giochi quotidiani, o con
le loro famiglie, o nelle scuole materne. Tuttavia, c’è qualcosa di
speciale nella situazione di ascoltare una storia da qualcuno che la sta
leggendo per noi. Obbliga a una particolare attenzione al testo.
Introduce disciplina e una certa formalità. Infatti, introduce un certo
rigore nell’altrimenti banale atto di parlare e ascoltare.
C’è
anche motivo di credere che il fatto che gli si legga possa accelerare
la maturazione dell’intelletto del bambino, e, in ultimissima analisi,
facilitare l’eventuale introduzione del bambino alla lettura silenziosa e
allo sviluppo del mondo del linguaggio. Da notare, dai nostri studi
sugli effetti dell’insegnamento della musica ai bambini, che ora
sappiamo che l’ascolto e la pratica della musica accelerano la
maturazione della corteccia uditiva del cervello. È interessante notare
che il sistema uditivo diviene abbastanza sviluppato nel terzo trimestre
di gravidanza. I genitori che leggono ai loro figli prima della nascita
possono essere sicuri che essi li sentano e colgano la qualità della
voce e i ritmi del linguaggio. Eino Partaneu, all’Università di
Helsinki, ha dimostrato in modo convincente che i bambini possono anche
riconoscere, dopo la nascita, parole che erano state presentate loro
prima della nascita. Infine, ma non meno importante, c’è un intrinseco
arricchimento umano che viene dalla stretta relazione fra il bambino e
il lettore, un ambiente sociale naturale e intimo che è completamente
diverso dalla situazione di un lettore che legge da solo
silenziosamente.
In un periodo in cui a tantissimi bambini si
lascia apprendere il mondo e la loro stessa umanità da schermi
elettronici spersonalizzati, è bene sapere che anche persone in carne e
ossa possono leggere ai bambini, e che i bambini possono ricevere grandi
benefici da un programma progettato per arricchirli, individualmente e
socialmente.
Estratto del discorso che l’autore tiene oggi alla
cerimonia di consegna del premio Nonino (alle Distillerie Nonino a
Ronchi di Percoto, in provincia di Udine), quest’anno assegnato anche
all’iniziativa “ Nati per leggere” dedicata alla lettura per i più
piccoli