Repubblica 28.1.16
La Toscana vende ville storiche e palazzi “Non possiamo più permetterceli”
Dal governatore Rossi il via al piano di dismissione degli immobili. Ma scoppia la polemica
Dubbi anche nel Pd. Il presidente del consiglio regionale: operazione che non ci conviene
di Simona Poli
FIRENZE.
Le “antiche scale” dell’ex manicomio di Maggiano in cui scrisse e
lavorò Mario Tobino potrebbero diventare la hall di un albergo a 5
stelle. Uno dei possibili effetti della decisione annunciata dalla
Regione Toscana di mettere in vendita palazzi e tenute di pregio,
ospedali dismessi e uffici sottoutilizzati che sul mercato potrebbero
superare complessivamente i 650 milioni di euro. «Soltanto mantenere in
piedi queste strutture costa cento milioni l’anno», spiega il
governatore del Pd Enrico Rossi. «Sinceramente non so per quanto potremo
permetterci questo spreco. I soldi non mi servono per far fronte alla
spesa corrente, sia chiaro, per fortuna ho il bilancio in pareggio.
Tutto il ricavato verrebbe investito in sanità, ambiente, cultura,
sviluppo. Parleremo con i sindaci delle possibili nuove destinazioni,
poi passeremo alle alienazioni. Non tutto ciò che è pubblico deve
rimanerlo ad ogni costo».
L’elenco dei beni destinati a passare di
mano contiene molti pezzi pregiati. A Pistoia, la città che si è appena
aggiudicata il titolo di capitale della cultura italiana per il
prossimo anno, sarà messa in vendita una porzione dello storico ospedale
del Ceppo, in gran parte destinato ad ospitare un museo e un urban-
center secondo un accordo firmato tra istituzioni locali. Ma l’ex
convento, la vecchia radiologia e una serie di edifici del complesso si
potranno acquistare: il prezzo complessivo è 18 milioni e la
collocazione nel centro storico potrebbe scatenare appetiti. Nella lista
degli immobili di Firenze che la Regione cederà ci sono palazzi
importanti come l’ex sede della presidenza in via Cavour, a pochi metri
dal Duomo, Villa Fabbricotti col suo parco, Villa Basilewsky di fronte
alla medicea Fortezza da Basso, l’ex ospedale pediatrico Meyer, Villa La
Quiete ai piedi di Monte Morello e nell’area di San Salvi, che è stato
il manicomio fiorentino per quasi un secolo e varie palazzine che stanno
cadendo letteralmente a pezzi. Gli edifici sanitari abbandonati sono la
parte più robusta del pacchetto immobiliare di cui la Regione vuole
liberarsi: il San Giacomo e San Cristoforo di Massa, Campo di Marte a
Lucca, i presidi di Chianciano Terme e Torrita di Siena, il padiglione
Morselli dell’ex psichiatrico di Volterra, il Sert e la sede legale del
vecchio sanatorio di Livorno, il centro diurno disabili ad Arezzo, i
monumentali Luzzi e il Banti di Pratolino. Intanto il primo acquirente a
farsi avanti è per l’appunto il Comune di Prato, che si è comprato
dall’azienda sanitaria l’ex ospedale Misericordia e Dolce, tre ettari
nel cuore del centro storico. Costo 12 milioni di euro, di cui 2 già
versati, a condizione che la Asl si occupi di bonificare la zona. «Con
questa cifra non avremmo mai potuto ampliare il nuovo ospedale ma con i
nostri soldi ho chiesto alla Regione di potenziare gli investimenti sul
sistema sanitario pratese», spiega il sindaco Matteo Biffoni
interpretando a suo modo il piano alienazioni di Rossi. A cui si oppone
il presidente del consiglio regionale Eugenio Giani, anche lui del Pd:
«Ho qualche dubbio e forte imbarazzo», dice. «In alcune sedi messe in
vendita ci sono uffici nostri. Se li spostiamo dovremo pagare l’affitto
ad altri. Siamo sicuri che alla fine tutto questo ci convenga?».