Repubblica 26.1.16
Il compromesso impossibile
Il voto segreto previsto al Senato per il ddl sulle unioni civili si presenta come una scommessa al buio per Renzi
di Stefano Folli
IL
nuovo intervento di Bagnasco, molto duro nei toni, segna il progressivo
avvicinamento dei cattolici (o meglio, di una parte del mondo
cattolico) al Family Day, sabato prossimo. Non c’è la volontà di
rialzare i vecchi steccati fra il mondo laico e quello cattolico; e
certo questa intenzione era assente l’altro giorno nelle parole del
Papa. Tuttavia il crescente attivismo del presidente della Cei
contribuisce a rendere improbabile qualsiasi compromesso di sostanza in
Parlamento sul ddl Cirinnà.
LE posizioni si vanno irrigidendo e
gli spazi per un accordo si esauriscono: resta l’ipotesi di ridurre la
massa degli emendamenti, ma anche qui non c’è nulla di certo. Se il
confronto si radicalizza, chi è a favore delle unioni civili tenderà a
vederle come uno strumento per introdurre di fatto nell’ordinamento una
forma di matrimonio gay, compreso il diritto di adozione. Viceversa, chi
è contrario o dubbioso trova nell’intervento dei vescovi (non tutti,
per la verità) l’incoraggiamento a persistere nel “no”. Di conseguenza i
voti segreti previsti al Senato si presentano come una scommessa al
buio. È chiaro che la maggioranza che sostiene il governo è destinata a
sfaldarsi, a cominciare dal voto contrario dei centristi di Alfano. Ma i
veri quesiti da porsi sono due. Primo, la spaccatura nella coalizione e
probabilmente nello stesso Pd avrà riflessi sulla stabilità del
governo? Secondo, la legge sulle unioni civili riuscirà a passare
nonostante tutto?
Circa il primo punto, la risposta è negativa.
Finora l’operazione politica condotta dietro le quinte dal presidente
del Consiglio e dal ministro dell’Interno consiste proprio nello
sterilizzare gli effetti del voto sugli equilibri di governo. È un po’
come camminare su una fune sottile sospesa nel vuoto, ma l’intesa regge
ed è piuttosto chiara nei suoi risvolti. Area Popolare voterà “no” alla
legge, ma eviterà di trasferire il suo malcontento su Palazzo Chigi. A
sua volta Renzi tiene un profilo basso per non inasprire gli animi e
soprattutto per non mettere in ulteriore difficoltà l’alleato Alfano.
Del resto, per il premier c’è anche e forse soprattutto un problema di
consenso.
Nel paese chi vota il “partito di Renzi” è a favore dei
diritti individuali. Ma la questione delle unioni omosessuali, e in
particolare il delicato tema delle adozioni, attraversa le coscienze in
modi imprevedibili. Persino fra chi ha forti dubbi sulla legge Cirinnà
ci sono numerosi, potenziali elettori renziani. Come ce ne sono molti
che oggi sono attenti alle parole del Papa, più che a quelle del
presidente dei vescovi. Per un politico che si pone in misura
prioritaria la ricerca del consenso, è fondamentale non incrinare la
propria immagine di riformatore, ma lo è altrettanto impedire strappi,
non dividere il paese su temi che hanno notevole impatto etico e toccano
diverse sensibilità umane e religiose. È probabile peraltro che Renzi
sia soddisfatto per l’uscita della presidente della Camera, Laura
Boldrini, favorevole senza mezzi termini alle adozioni nelle coppie
omosessuali. Avere qualcuno più a sinistra di lui, si potrebbe dire, è
utile nel momento in cui l’obiettivo è a portata di mano, ma occorre
guardarsi dai passi falsi.
E infatti, alla domanda se la legge
sarà approvata nonostante i trabocchetti e le resistenze, occorre
rispondere “probabilmente sì”. In fondo, questa volta il voto segreto
può favorire e non danneggiare la maggioranza. Nell’urna possono
arrivare voti trasversali, al di là degli annunci mediatici dei partiti
d’opposizione. Sono in tanti a essere convinti che l’Italia deve
comunque darsi una legislazione sulle unioni civili in linea con i
maggiori paesi europei. Si parla molto dei Cinquestelle e di qualche
loro possibile apporto. Ma anche all’interno di Forza Italia ci sono
voci favorevoli. Nel voto segreto Renzi perderà i cattolici più
intransigenti — e solo quelli — ma dovrebbe colmare i vuoti (con un
punto interrogativo sulle adozioni). Senza nemmeno bisogno di rendere
indispensabile Denis Verdini per la seconda volta in poche settimane.