martedì 26 gennaio 2016

La Stampa 26.1.16
Le maggioranze variabili per il via libera alla nuova legge
di Marcello Sorgi

Dopo l’intervento del Papa di venerdì, era abbastanza difficile che l’assemblea dei vescovi riunita ieri potesse aggiungere qualcosa in materia di unioni civili. E infatti il presidente della Cei, cardinale Bagnasco, s’è limitato a ripercorrere le parole di Francesco, talvolta citandole tra virgolette, e ribadendo, senza esplicito riferimento alla legge in discussione al Senato, che la Chiesa vuole evitare confusioni tra la famiglia formata da un uomo e una donna e altri tipi di unione.
Un atteggiamento prudente legato anche al tentativo, che si sta svolgendo in extremis a Palazzo Madama, di arrivare a una formulazione degli emendamenti al testo che consentano di limitare al massimo il dissenso cattolico, e approvare una legge che riconosca i diritti civili anche delle coppie omosessuali, evitando l’aggancio alla disciplina del matrimonio.
C’è però un ostacolo politico al compromesso che aiuterebbe il Pd a recuperare il dissenso interno e Renzi a evitare di spaccare la maggioranza che sostiene il governo, all’interno della quale il Nuovo centrodestra è schierato contro l’attuale formulazione della proposta di legge della senatrice Cirinnà: le unioni civili hanno molta più probabilità di passare con un’intesa tra Pd (anche se non tutto), Sel e Movimento 5 stelle, che non con la maggioranza stretta del governo e con l’aiuto del gruppo di Verdini. Renzi inoltre era partito dallo schema che un accordo parlamentare di questo genere avrebbe contribuito a recuperare un’intesa con la sinistra radicale anche per le amministrative, in vista delle quali, con la sola eccezione di Milano, Vendola ha già annunciato che Sel presenterà candidati contrapposti a quelli del Pd in tutte le maggiori città.
La spaccatura interna al Pd ha portato il premier a dare libertà di coscienza ai parlamentari del proprio partito, fermo restando che la legge va fatta, dato che è l’Europa a chiederlo all’Italia, e ad accettare che alla fine le nuove norme siano le risultanti dalle varie maggioranze che si comporranno in Senato, via via che verranno messi in votazione gli emendamenti.
Ora Sel e 5 stelle confermano che sono pronti ad approvare il testo Cirinnà, ma senza modifiche; mentre Ncd e dissidenti interni al Pd la voterebbero solo se modificata e ammorbidita. E Grillo, che solo due giorni fa aveva annunciato che avrebbe fatto un passo di lato rispetto al suo ruolo di leader di M5s, ieri è tornato a tempo pieno al suo impegno politico, attaccando frontalmente il Pd sul tema dell’occupazione della Rai.