Repubblica 22.1.16
La lettera del Papa alle parrocchie “Lavanda dei piedi aperta alle donne”
La riforma di Bergoglio, che aveva già infranto la regola due volte, durante il rito del giovedì santo nelle carceri romane
di Paolo Rodari
CITTÀ
DEL VATICANO. Non soltanto uomini o ragazzi, ma adesso, per volere di
Francesco, anche le donne sono ammesse al rito della lavanda dei piedi
durante la messa in Coena Domini che la sera del giovedì santo dà inizio
al Triduo pasquale ricordando l’istituzione dell’eucaristia. «I pastori
della Chiesa possono scegliere i partecipanti al rito tra tutti i
membri del Popolo di Dio», si legge infatti in un decreto reso pubblico
dal Vaticano ieri e firmato dal cardinale Robert Sarah, prefetto della
Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti. Il
decreto segue una lettera inviata dal Papa a Sarah il 20 dicembre 2014.
La
decisione non cade dal nulla. Già da arcivescovo di Buenos Aires,
Bergoglio aveva ammesso donne e ragazze al rito. Così fece anche pochi
giorni dopo l’elezione al soglio di Pietro: il 28 marzo del 2013, nel
carcere minorile di Casal del Marmo, fra i dodici ragazzi scelti per la
lavanda c’erano due ragazze. E, ancora, lo scorso anno, quando nel
carcere di Rebibbia erano presenti al rito sei donne. Bergoglio — ma con
lui anche altri vescovi nel mondo — ha sostanzialmente sempre fatto uno
strappo a una regola in vigore dal 1955: soltanto dalla riforma dei
riti della Settimana Santa promulgata da Pio XII si era introdotta la
possibilità per il celebrante di ripetere il gesto compiuto da Gesù con
gli apostoli lavando i piedi a dodici uomini.
Ammettere anche le
donne significa entrare con maggior precisione nel senso del gesto
compiuto da Gesù nel Cenacolo, ovvero, come scrive lo stesso Francesco
nella lettera del 2014, «il suo donarsi “fino alla fine” per la salvezza
del mondo, la sua carità senza confini». Anche il numero degli ammessi
al rito non dovrà essere più obbligatoriamente di dodici, ma «un
gruppetto», si legge nel testo del decreto. «Si vuole esprimere così —
ha commentato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi — che il
significato fondamentale del gesto è quello dell’amore di Dio per tutti e
“fino alla fine”. E si è deciso che questo debba prevalere rispetto
all’aderenza storica al ricordo dei dodici apostoli». E ancora: «Per il
Papa il rito ha un grande significato, come dimostra il rilievo che gli
dà ogni anno celebrando la messa in Coena Domini in luoghi di disagio e
sofferenza».
Padre Lombardi usò parole analoghe anche nel 2013,
quando alcuni ambienti tradizionalisti (soprattutto nordamericani)
criticarono il Papa per la novità di Casal del Marmo. Ma proprio negli
Stati Uniti le eccezioni illustri non mancavano: già nel 2005 il
cardinale Sean O’Malley, oggi membro del consiglio di cardinali che
lavora per la riforma della Chiesa, aprì alle donne. Anche in
quell’occasione piovvero dissensi, ma la Congregazione per il culto
divino intervenne in suo favore spiegando che se rimaneva «l’obbligo
liturgico» di lavare i piedi ai soli uomini, il vescovo locale poteva
decidere di fare altrimenti se questo rispondeva ai bisogni pastorali
della diocesi. In ogni caso, con ieri, ogni controversia non ha più
senso. A conti fatti, è l’ennesimo importante passo in avanti di
Francesco.