Il Fatto 22.1.16
E “L’UNITÀ” FA SPARIRE I VOTI IMBARAZZANTI
”BRIVIDO
NUMERI”, titolava Il Messaggero. “Ma i verdiniani sono decisivi”,
sottolineava in prima pagina Repubblica, che già non era antirenziana
prima e non lo è certo oggi con la direzione di Mario Calabresi. Il
Corriere della sera, sempre in prima: “Il Senato vota sì. Aiuto esterno
alla maggioranza”. Già, la madre di tutte le riforme, quella che
oppone Maria Elena Boschi ai grandi costituzionalisti italiani che la
ministra chiamò “professoroni”, mercoledì è passata nel Senato da
abbattere solo grazie ai voti della pattuglia (Ala) dell’ex
berlusconiano Denis Verdini, plurindagato e plurimputato, che sono 17.
Sulla renzianissima Unità, però, i voti preferiscono sceglierseli con
cura, così nel titolo di prima pagina i verdiniani scompaiono e nel
sommario a pagina 6 ricompaiono, ma solo per dire che “i 17 voti dei
verdiniani non sono stati decisivi”. Certo, nell’articolo il giudizio è
meno netto: i voti in questione “non sono così decisivi”, insomma sono
decisivi solo un po’. Siccome alla maggioranza mancavano solo tre voti
per arrivare alla maggioranza richiesta di 161, all’Unità preferiscono
sottolineare l’apporto di “due senatori di FI e tre di Fare, vicini a
Tosi”, il sindaco ex leghista di Verona. In tutto, con i cuginetti
verdiniani, sono arrivati a quota 180. Sembra quasi una maggioranza
vera, invece non lo è.