Repubblica 20.1.16
Quattro riforme a costo zero per la scuola
di Mariapia Veladiano
Ecco
quattro (più una) “non riforme” a costo zero per migliorare in modo
ragguardevole la scuola. 1. Per il Miur. Aggiornare le graduatorie dei
docenti e del personale amministrativo tecnico e ausiliario prima
dell’inizio della scuola, cioè entro il 31 agosto. Narrano che un tempo
questo capitasse come capita nel resto dell’Europa. Da anni invece si
nomina a settembre sulle graduatorie dell’anno precedente, si nominano
supplenti «fino ad avente diritto», cioè fino all’aggiornamento delle
graduatorie, che arriva fra novembre e dicembre. Intanto il docente
entra in classe, conosce i ragazzi, avvia i programmi, in qualche caso
arriva alle soglie della prima pagella perché in molte scuole il
quadrimestre finisce il 23 dicembre, e poi viene licenziato perché
arriva l’”avente diritto” da graduatoria aggiornata. Sbagliato sul piano
didattico perché i ragazzi cambiano docente esattamente quando
cominciano a conoscerlo, sbagliato sul piano professionale perché è
difficile programmare sapendo di dover lasciare non si sa quando e per
andare dove e sbagliato anche sul piano gestionale perché le segreterie
sono stritolate da contratti da fare e disfare. E comunque la cosa
riguarda anche i collaboratori e gli addetti di segreteria. E gli
insegnanti di sostegno. Per i ragazzi con disabilità è spesso un dramma.
2.
Per il Miur. Smettere di mandare alle scuole adempimenti e bandi che
scadono il giorno dopo. Il bando per il finanziamento dei laboratori
territoriali per l’occupabilità (45 milioni di euro in palio) è arrivato
il 15 settembre con scadenza il 7 ottobre. Il bando per il
finanziamento dell’Alternanza scuola lavoro è arrivato il 2 ottobre con
scadenza il 24. Trenta pagine di progetto, 104 pagine di manuale di
istruzioni, decine e decine di aziende da contattare. Alla scadenza metà
delle scuole non era riuscita a presentarlo. E infatti per quasi tutti i
bandi arrivano proroghe, ma non per tutti, e comunque solo a ridosso
della scadenza, per cui intanto si fa tutto in corsa e spesso è tutto da
rifare perché cambiano le indicazioni e intanto la scuola deve andare
avanti. Sono tutti finanziamenti indispensabili, bisogna partecipare
perché i finanziamenti diretti alle scuole sono ormai a esaurimento. Ma
sono bandi complessi. Si riesce a partecipare se si può chiamare a casa
il sindaco la domenica e fargli scrivere la lettera di partenariato. A
volte la scadenza è così ravvicinata che si ha il sospetto che possano
partecipare solo le scuole che già sapevano e avevano i moduli pronti
nel cassetto.
3. Ancora per il Miur. Non cambiare le regole
durante il gioco e meglio ancora cominciare l’anno scolastico con le
regole già belle chiare. Lo scorso anno docenti e soprattutto studenti
hanno saputo a febbraio come sarebbe stato il primo esame di stato della
riforma Gelmini. Quest’anno gli insegnanti neo assunti hanno saputo a
gennaio i criteri su cui saranno valutati. Abbiamo conosciuto le
caratteristiche del Piano dell’offerta formativa triennale attraverso
uno stillicidio di informazioni semiufficiali, sussurrate durante le
conferenze di servizio, passaparola evanescenti, anticipazioni di
intenzioni ministeriali arrivate fino la settimana prima della scadenza,
che era il 30 ottobre, prorogato, appunto, al 15 gennaio, ma il termine
forse è «indicativo» e non «prescrittivo». Forse, perché lo dicono gli
avvocati, i sindacati, gli ispettori davanti alla macchinetta del caffè,
ma non il Ministero.
4. Per il Governo. Approfittando del mare di
deleghe previste dall’ultima legge di riforma, modificare con breve
limpida frase la norma, inapplicabile, ce lo spiegano gli ispettori del
Ministero, che prevede che all’esame di stato possa essere ammesso lo
studente con «tutte» le materie sufficienti. Bocciare lo studente con
due-tre materie insufficienti vuol dire essere impallinati al primo
ricorso e questo costringe i consigli di classe al falso di sufficienze,
che poi fanno media, che poi aumentano il credito scolastico in modo
iniquo a sfregio degli studenti che hanno sudato sangue sulle materie
per cinque anni. Basta scrivere, come accadeva un tempo e come ancora
accade in Trentino, che ci vuole la «media delle discipline sufficiente
», e così i voti restano trasparenti, i quattro sono quattro e non
aumentano il credito.
Tutto questo è senza oneri da parte dello Stato, come si trova in principio, in mezzo e alla fine di ogni legge di riforma.
(5. Dal Ministero in giù. Smettere di parlare, male, di quel che non si conosce).