Repubblica 19.1.16
Unioni civili, lite nel Pd I laici avvisano i cattolici “Così salta tutta la legge”
Una parte dei dem: al Colle segnalazioni dalla Cei Verdini: “Alle prossime elezioni affiliati a Renzi”
Crescono le adesioni al Family Day del 30 gennaio a San Giovanni a Roma
ll portavoce del Comitato organizzatore Massimo Gandolfini parla ora di un milione di presenze
di Giovanna Casadio
ROMA.
«Sulle unioni civili sono arrivate al Colle discrete segnalazioni da
parte cattolica». Il clima nel Pd è di sospetti. La fronda dei catto dem
alla legge è accusata dai laici di essersi fatta portavoce del
cardinale Angelo Bagnasco, l’ala più intransigente della Cei, presso il
Quirinale. Un pressing per ottenere modifiche non solo all’articolo 5,
quello sulla stepchild adoption, l’adozione del figlio del partner in
una coppia gay, ma anche al 2 e al 3, perché renderebbero l’unione
troppo simile al matrimonio. Accuse che i catto dem respingono, però
insistono per una distinzione chiara delle unioni civili dalle nozze.
Oggi
ci sarà una prima resa dei conti tra i senatori del Pd convocati dal
capogruppo Luigi Zanda in assemblea. Zanda ha avuto ieri sera un lungo
colloquio con Monica Cirinnà, la prima firmataria della legge, in cui si
sono affrontati tutti i punti sul tavolo. Cirinnà ha ribadito che il
testo è pienamente costituzionale, però «si possono accogliere
miglioramenti che non tolgano diritti». Tornerà alla carica per
blindare, ribadisce, la legge e tenere fuori il Vaticano «com’è ovvio».
Di certo l’articolo sulle adozioni avrà alcuni ritocchi, dal titolo –
non più stepchild, ma adozione co-parentale – a un più esplicito
riferimento al ruolo del Tribunale dei minori. Basterà ai cattolici?
Stefano Lepri, nella pattuglia dei 30 senatori dem che stanno preparando
gli emendamenti («una decina»), è convinto che la strada sia un’altra,
ovvero l’affido rafforzato o, in subordine, lo stralcio. «Rischiamo di
fare un autogol, al di là del merito, e di non portare a casa nulla –
ragiona Ivan Scalfarotto, il sottosegretario alle Riforme – Le unioni
civili finiranno impallinate da destra e da sinistra». L’Ncd infatti non
sembra affatto duttile e Maurizio Sacconi sostiene che poche modifiche
per riparare i dubbi di costituzionalità, non basteranno. «È la
struttura che non va, il nodo è la sovrapposizione con il matrimonio». I
numeri in Senato sono un problema. Un Pd frammentato, i 5Stelle e la
Sinistra che si sfilano, il “no” già annunciato degli alfaniani
espongono la legge Cirinnà a un naufragio. Non basterebbero Denis
Verdini e i suoi che annunciano il voto sulle unioni civili. Verdini
lancia il manifesto dell’affiliazione: «Non saremo componente ma
affiliati del Pd, siamo determinanti per Renzi, non vogliamo poltrone».
Tra
i cattolici dem il vademecum per le modifiche è rappresentato dalle
osservazioni dei giuristi cattolici e di Maria Dossetti, docente di
diritto della famiglia, nipote di don Giuseppe. Franco Monaco, che fu
favorevole ai Dico (la legge sui diritti e doveri dei conviventi) nel
2007 e si definì con Prodi un “cattolico adulto” prendendo le distanze
dal Vaticano, ritiene che si stia procedendo questa volta «con
leggerezza e superficialità». Donatella Ferranti, cattolica dem,
presidente della commissione Giustizia della Camera, entra nel dettaglio
delle contraddizioni da sanare. La patata bollente è anche nelle mani
della ministra Boschi, benché il governo ripeta di non volerci entrare
direttamente. Domani dovrebbe tenersi una riunione a Palazzo Chigi. Oggi
nessun voto nell’assemblea del Pd: è solo il primo tempo, «lo
sfogatoio», dicono i dem divisi.