martedì 19 gennaio 2016

Corriere 19.1.16
Unioni civili e adozioni, così al voto segreto i no potrebbero prevalere
Domani il leader del Family Day nella chiesa di Bagnasco
di Alessandra Arachi

ROMA Nulla è scontato con il voto segreto. Parliamo della legge sulle unioni civili omosessuali. In particolare dell’articolo 5: la stepchild adoption, ovvero la possibilità di adottare il figlio biologico del compagno. Quando, il 28 gennaio, il disegno di legge arriverà in aula al Senato il voto segreto su questo controverso articolo è ormai cosa certa. Ma ciò che non è più certo è che questa adozione per il figliastro passi con il voto dell’Aula.
E non è solo per qualche «franco tiratore» nel segreto dell’urna di Palazzo Madama. Sulla stepchild adoption è proprio la tenuta all’interno del Pd che non sembra più garantita. Ci sono almeno una trentina di senatori che si stanno apprestando a presentare un emendamento che trasforma l’adozione in affido rafforzato. E almeno altrettanti che in queste ore stanno lavorando a una mediazione «per migliorare il testo del ddl Cirinnà», dichiara la senatrice renziana Rosa Maria Di Giorgi: «Non ci si deve affezionare al testo così come è. Gli irrigidimenti sono quanto di peggio possa esserci in questo momento». Sulla stepchild adoption non sembra esserci mediazione all’interno del Pd. E tanto meno con l’alleato di governo, il Ncd guidato da Angelino Alfano che dice un no netto all’adozione e un no altrettanto netto all’ipotesi dell’affido. «Ma noi abbiamo tanti altri motivi di incostituzionalità», dice il senatore centrista Maurizio Sacconi.
La verità è che dalla Cei sono arrivati rilievi — ultimo domenica il monito del presidente Angelo Bagnasco — anche sul fatto che il testo Cirinnà faccia assomigliare troppo le unioni civili a un matrimonio. Ed è per questo che i senatori del Pd sono a lavoro anche per cercare di eliminare quanti più possibili rinvii agli articoli del codice civile sul matrimonio.
Un altro punto controverso riguarda la seconda parte del testo Cirinnà che si occupa delle coppie di fatto, sia etero sia omosessuali: fra i democratici cattolici serpeggia il malumore perché non si vogliono dare i diritti alle coppie di fatto, bensì soltanto ai singoli, così da non far nascere un ulteriore istituto giuridico alternativo al matrimonio. Un dibattito simile a quello che si scatenò dieci anni fa ai tempi dei Dico di Romano Prodi.
Stamattina in Senato ci sarà una riunione di tutto il gruppo del Pd, presente il vicesegretario Lorenzo Guerini, il tentativo di raffreddare gli animi e di armonizzare gli intenti, mentre al di fuori dei palazzi gli animi sono già abbondantemente arroventati. Per il prossimo sabato è stata organizzata una mobilitazione in oltre 70 piazze dai supporter della legge Cirinnà. Sabato 30 gennaio sono invece pronti a scendere in campo gli attivisti del Family day, contrari alla legge. Il portavoce del comitato organizzatore, Massimo Gandolfini, domani sera sarà relatore dell’incontro «Educare i figli con papà e mamma» organizzato dalla diocesi di Genova nella cattedrale di San Lorenzo: attesa la presenza dell’arcivescovo, Angelo Bagnasco.