La Stampa 19.1.16
La fine di Etruria fra trame e massoni
A
Perugia l’indagine su un’associazione segreta che coinvolge Carboni e
altri faccendieri L’intreccio con l’imprenditore Mureddu e Pierluigi
Boschi per cercare il dg della banca
di Francesco Grignetti
Inchiesta
delicatissima e scottante, quella che è partita a Perugia su una
presunta associazione segreta che ruota attorno a un nome stranoto come
il faccendiere-massone Flavio Carboni, al centro di affari oscuri fin
dai tempi dell’omicidio Calvi, e a nomi meno conosciuti, ma sempre
presenti nel retrobottega del potere quali Gianmario Ferramonti,
massone-leghista vicino a Gelli che a metà degli Anni Novanta tramava
per portare Maroni al ministero dell’Interno; Enzo Mattani, dignitario
di una pseudo loggia templare, già coinvolto in inchieste sulla
massoneria deviata di Salvatore Spinello; e Valeriano Mureddu,
imprenditore sardo trapiantato in Toscana, vicino di casa della famiglia
Renzi a Rignano sull’Arno. E’ quest’ultimo, Mureddu, il trait-d’union
che collega mondi altrimenti alieni. E’ lui a intrattenere rapporti
cordiali con il papà di Matteo Renzi e con il babbo di Maria Elena
Boschi, e allo stesso tempo a coltivare l’amicizia con Carboni. Lui a
organizzare incontri tra personaggi così lontani per risolvere i guai
della banca Etruria.
A Perugia si parte da un’inchiesta minore per
evasione fiscale a carico di Valeriano Mureddu, e si arriva a lambire i
piani alti del governo. La sede locale dell’Agenzia delle Dogane scopre
un’evasione fiscale di diversi milioni di euro dietro un carosello di
fatture false. Al centro degli accertamenti c’è la società Geovision srl
che tratta materiali plastici. Sono indagati inizialmente in tre, ma a
questi viene aggiunto Mureddu, considerato un socio occulto. Nel marzo
2014, a Civitella Val di Chiana (Arezzo), le Dogane effettuano una
perquisizione su mandato della procura perugina. Nel capannone della
Geovision cercano documenti per la supposta evasione fiscale. Trovano
invece dossier inquietanti e corrispondenza telematica criptata. Mureddu
si atteggia a uomo di intelligence. Forse millanta, forse no. Fatto sta
che il dossieraggio è agli atti. Riguarda società concorrenti,
ufficiali della Finanza, procedimenti penali. Inquietante. Tanto più
considerato il milieu entro cui Mureddu si muove: il suo amicone Flavio
Carboni è ancora sotto inchiesta per la presunta P3 che vede coinvolto
Denis Verdini e altri che cercavano di “aggiustare” processi in
Cassazione; l’altro suo amico Gianmario Ferramonti, che fu arrestato e
poi prosciolto nell’inchiesta Phoney Money, incontra papà Boschi,
vicepresidente della Etruria, e il presidente della banca, per
caldeggiare la nomina a direttore generale di Fabio Arpe, fratello del
banchiere Matteo Arpe, indagato a più riprese dalla magistratura e
sempre assolto. Nomina stoppata da Bankitalia.
Ora, che cosa
c’entri tutta questa strana gente - il quotidiano Libero, che per primo
ha sollevato il caso, cita tra gli altri anche l’investigatore privato
vicentino Mario Marchetto, l’imprenditore salernitano Angelo Rainone, il
banchiere Victor Dana residente a Dubai e collaboratore del thailandese
Bee Taechaubol, ovvero il socio di Berlusconi nel Milan - con Renzi
senior e Boschi senior soltanto le inchieste della magistratura lo
diranno. Ad Arezzo intanto si procederà per bancarotta. A Perugia, per
associazione segreta. Le due inchieste inevitabilmente
s’intersecheranno.