Repubblica 19.1.16
Nella vera storia del sesso non c’è la monogamia
Nel
saggio che è diventato un caso in America, Ryan e Jethá hanno
ripercorso l’evoluzione della specie concludendo che l’essere umano è
per natura infedele
di Natalia Aspesi
Basta
leggere le poste del cuore che invadono ogni tipo di informazione per
non avere dubbi: il mondo pullula di corna, e non è una novità di questi
tempi tempestosi, è sempre stato così, anzi in passato molto di più.
Però, più silenziosamente, nella massima clandestinità, perché se no
alle traditrici, alle donne ovvio, tagliavano la testa o le muravano
vive, o in Italia sino al 1968 le signore potevano finire in prigione.
Altrove le lapidano tuttora ma per ora non dalle nostre parti.
Milioni
d’anni fa, poi, l’umanoide non ancora sceso dagli alberi e non ancora
eretto, sia lui che lei, anzi più lei, non facevano altro: sesso in
allegra promiscuità. Almeno così sostengono migliaia di studiosi, come
se ci fossero stati anche loro nella foresta africana della preistoria.
Dove, tra le scimmie, un tipo più sveglio stava diventando donna,
(un’australopitheca afarensis, di 3 milioni di anni fa, ritrovata nel
1974 e battezzata Lucy, mentre nel 1998 si scoprì un maschio della
stessa specie, ma più anziano, vissuto 3 milioni e seicentomila anni
fa).
Oggi, qualche sfaccendato si chiede: se l’antropologia laica è
certa di una primitiva natura umanoide, ominide e addirittura umana,
giocherellona, perché ci obblighiamo – da quando esistono l’agricoltura,
un’organizzazione sociale e religiosa e la Storia – a vivere nella
monogamia, fortunatamente spesso seriale, restando almeno in apparenza
fedeli al nostro partner, però cambiandolo anche più volte? Resta un
mistero perché tanti studiosi si ostinino a occuparsi di come eravamo o
come forse siamo stati o avremmo potuto o dovuto essere, ancor prima dei
Flintstone. Anche perché questo interesse forsennato ci chiude nella
categoria dei primati, il che vuol dire, almeno per una parte degli
studiosi del ramo, che 5 milioni di anni fa abbiamo condiviso un
progenitore con le altre scimmie più evolute: non gli oranghi e i
gorilla, ma gli scimpanzé e i bonobo, tutti, soprattutto questi ultimi,
ipersessuati e iperpromiscui: monogami solo i gibboni, categoria
inferiore dei primati, a cui gli umani stessi, per loro ragioni di
ordine e potere, hanno obbligato la loro specie a conformarsi, andando
contro la nobile natura ipersessuata e promiscua e obbligandola a
immalinconirsi in una fedeltà gibbonica, imposta e subita, che da sempre
e spesso suscita nella coppia rancore e, quando possibile,
disubbidienza.
Dopo aver consultato, e citato, più di quattrocento
testi sulla natura sessuale della razza umana sin da quando era una
famiglia di moscerini, una coppia non si sa se monogama o no, ma
comunque dall’aria contenta, formata dallo scrittore Christopher Ryan,
esperto di sciamanesimo e etnobotanica, e dalla sua bella moglie Cacilda
Jethá, nata in Mozambico e ricercatrice sul comportamento sessuale nel
suo paese per studiare come prevenire l’Aids, ha riversato tutto il suo
allegro sapere nel saggio In principio era il sesso, pubblicato negli
Stati Uniti, dove ha avuto sia fortuna che sberleffi, che adesso esce da
noi da Odoya. Sono 383 pagine complete di ricca bibliografia e utile
indice dei nomi (Honoré de Balzac: «La maggior parte dei mariti mi
ricorda un orangutan che cerca di suonare un violino»). Il volume è
abbastanza leggiadro per divertire senza doverlo considerare
fondamentale e senza scandalizzarsi per la sua interpretazione, una
delle tante, della «vera storia della sessualità umana, tanto sovversiva
e minacciosa che per secoli è stata repressa dalle autorità religiose,
patologizzata dai medici, ignorata dagli scienziati e nascosta dai
terapeuti moralizzanti». Il che è tuttora vero se siamo ancora qui in
Italia a discutere se concedere agli omosessuali la, per gli autori,
funesta monogamia seriale del matrimonio, mentre il matrimonio monogamo
etero vacilla e l’industria per salvarlo (terapeuti, fruste, sacerdoti,
scambio di coppie, avvocati, maghe, siti di incontri, ecc.) è sempre più
indaffarata, con la scappatoia del divorzio e anche, almeno annunciato,
di un annullamento religioso lampo.
Certo, la storia della
sessualità umana e l’affannosa umana ricerca per imbrigliarla, domarla e
spegnerla o al contrario liberarla e restituirla alla sua natura
bonoba, ha l’aria di non avere mai fine: e, per esempio, oggi in Italia
fazioni opposte, per impedire alla coppia gay l’adozione di un eventuale
figlio di uno dei due, sta discutendo una possibile scappatoia cui è
dato il nome mercantile di “affidamento rinforzato”, come le suole delle
scarpe o i reggiseni. Tra le tante storie sorprendenti che legano la
sessualità ai suoi incalliti studiosi, a legislatori, teologi e a
chiunque altro se ne occupi, Ryan&Jethá citano il presidente
americano Calvin Coolidge che, visitando nel 1920 un allevamento di
polli, sentì la sua signora informarsi di come riuscivano a produrre
così tante uova. Allevatore: «I miei galli fanno il loro dovere».
Signora Coolidge: «Lo dica a mio marito». Presidente: «Con la stessa
gallina?». Allevatore: «No, passano da una gallina all’altra».
Presidente: «Capisco». Resta un mistero perché sia prima, ma soprattutto
dopo Darwin, anche quando si era ormai constatato che la femmina bonobo
da cui è discesa la femmina umana, faceva rimbombare la foresta
manifestando con potenti barriti i suoi multipli orgasmi, si continuò a
predicare che le donne erano per natura angeliche e del tutto asessuate.
Fu uno studioso veneziano di anatomia, Matteo Realdo Colombo, a
scoprire tra le gambe delle donne una strana protuberanza sensibile al
tatto. Era il 1558 quando rivelò questa assoluta novità e, come
ricompensa, fu arrestato, accusato di eresia, stregoneria e satanismo.
Per secoli le donne nascosero quel diabolico segreto per non aver
fastidi, anche se sin da Ippocrate si sapeva di quella malattia tutta
femminile, chiamata isteria, che mandava fuori di sé anche le signore
più nobili. Solo nel 1952 l’isteria è stata cancellata dalla lista delle
malattie e, del resto, l’omosessualità ben 21 anni dopo. Un delizioso
film inglese, Hysteria diretto nel 2011 da Tanya Wexler, racconta come,
in età vittoriana, quella malattia fosse affidata ai medici, che la
curavano e si arricchivano masturbando la paziente personalmente o con
complicati vibratori a vapore o diesel, che dal 1902 vennero venduti non
solo ai medici, con la pubblicità sui giornali, “Tutti i piaceri della
gioventù pulseranno dentro di voi”. Ryan e Jethá sostengono che il
vibratore divenne negli Stati Uniti il più venduto apparecchio domestico
dopo le macchine da cucire e il bollitore per il tè. L’importante era
che, trattandosi di una malattia, i mariti non dovessero occuparsene.
Poi, si sa, sono arrivati Kinsey e Masters & Johnson e un
esercito di studiosi del ramo e gli uomini hanno dovuto svegliarsi e
prodigarsi.
IL LIBRO In principio era il sesso di Christopher Ryan e Cacilda Jethá ( Odoya trad. di G. Morselli e M. Scarsella, euro 22)