Repubblica 19.1.16
Aumentano le disparità
supermiliardari possiedono quanto la metà più povera della popolazione globale
Lo rivela un rapporto diffuso da Oxfam in vista del forum di Davos
I62 padroni del mondo
di Enrico Franceschini
LONDRA
UN GRUPPETTO di miliardari che potrebbero stare tutti in una stanza ha
un patrimonio più grande di quello della metà più povera della
popolazione della terra. Detto in cifre, 62 persone sono più ricche di 3
miliardi e 600 milioni di persone. È il dato più impressionante del
rapporto pubblicato ieri dalla Oxfam, una delle più importanti
organizzazioni umanitarie, sul gap tra ricchi e poveri nel nostro
pianeta. Il patrimonio dell’1 per cento più ricco della popolazione
mondiale ha superato nel 2015 quello del restante 99 per cento dei
terrestri, afferma il rapporto, fotografando una forbice di
diseguaglianza che si allarga sempre di più. E che riguarda anche il
nostro Paese: l’1 per cento più ricco degli italiani, secondo la stima
di Oxfam, possiede il 23,4 per cento della ricchezza nazionale.
L’evasione fiscale, in particolare la cosiddetta evasione legalizzata,
consentita da scappatoie nelle normative tributarie e dai paradisi
fiscali, viene indicata come una delle cause principali del fenomeno.
«Lo
scarto tra i super ricchi e il resto della popolazione si è accresciuto
in modo spettacolare negli ultimi dodici mesi», osserva il rapporto
intitolato
Un’economia al servizio dell’ 1 per cento. Usando la
classifica della rivista americana Forbes sui più ricchi della terra,
Oxfam ha calcolato che dal 2010 allo scorso anno i 62 super miliardari
in testa alla graduatoria, tra cui i giganti del web come Bill Gates di
Microsoft, Jeff Bezos di Amazon, Mark Zuckerberg di Facebook, Larry Page
di Google, e poi nuovi ricchi cinesi, sceicchi arabi, petrolieri russi
(e due italiani, Maria Franca Fissolo Ferrero, titolare dell’impero
della Nutella, e l’imprenditore di Luxottica Leonardo Del Vecchio),
hanno visto aumentare il proprio patrimonio collettivo di 500 miliardi
di dollari arrivando nel 2015 a un totale di 1.760 miliardi di dollari.
Nello stesso periodo, la ricchezza dei 3 miliardi e 600 milioni di
persone più poveri, ovvero metà della popolazione mondiale, è diminuita
di circa 1.000 miliardi di dollari, un calo del 41 per cento. Ricchi
sempre più ricchi e poveri sempre più poveri, un trend indicato anche da
un altro dato del rapporto: nel 2010 ci volevano i 388 più ricchi della
terra per ammassare un patrimonio pari a quello della metà più povera
della popolazione mondiale, nel 2011 ci volevano 177 ricchi, nel 2012 ne
erano necessari 159, nel 2013 ne bastavano 92, nel 2014 ne erano
sufficienti 80 e l’anno scorso appunto sono bastati 62 super ricchi a
pareggiare la bilancia con i 3 miliardi e 600 milioni di persone più
povere. La rosa dei più agiati, insomma, si restringe sempre di più.
Per
quel che riguarda il nostro Paese, il rapporto indica che l’1 per cento
più ricco degli italiani è in possesso di quasi un quarto della
ricchezza nazionale netta, una quota in assoluto pari a 39 volte la
ricchezza del 20 per cento più povero della popolazione. Lo studio di
Oxfam rileva inoltre che in Italia oltre la metà dell’incremento della
ricchezza è andato a beneficio del 10 per cento più ricco. «L’elusione
fiscale delle multinazionali ha un costo per i Paesi in via di sviluppo
stimato in 100 miliardi di dollari l’an- l’anno e per dare un’istruzione
scolastica a ogni bambino del continente nero.
L’allarme
sull’aumento della diseguaglianza non è una novità: rappresenta
l’aspetto centrale del bestseller dello scorso anno dell’economista
francese Tomas Piketty Il capitale nel 21esimo secolo.
Appelli ad
arginarla sono arrivati da papa Francesco e dalla direttrice del Fmi
Christine Lagarde. Allo stesso tempo, altri dati rivelano che la povertà
mondiale si sta riducendo: nel 2015, secondo cifre della Banca
Mondiale, è calata al suo minimo da quando si tengono simili
statistiche, scendendo a circa 700 milioni di persone, il 9,6 per cento
della popolazione globale, rispetto ai 900 milioni di persone in
condizioni di estrema povertà (condizione definibile come vivere con
meno di 1 dollaro e 90 centesimi al giorno) nel 2012. Dunque il gap
ricchi-poveri non è in contraddizione con una diminuzione della povertà
estrema: ma trasmette un segnale di ingiustizia che a sua volta produce
instabilità e secondo numerosi economisti minaccia la salute
dell’economia generale. Non a caso le cifre dimostrano no e ha un
impatto importante anche nei paesi come l’Italia», commenta Roberto
Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia. «Il governo italiano può
agire per porre fine all’era dei paradisi fiscali, sostenendo a livello
nazionale e in Europa una serie di misure in tal senso». A questo scopo
il braccio italiano di Oxfam lancia la campagna “Sfida l’ingiustizia”,
per dire basta ai paradisi fiscali.
Non c’è dubbio che i paradisi
fiscali rappresentino un problema, come sottolinea un altro aspetto del
rapporto. Dal 2000 al 2014 gli investimenti mondiali offshore sono
quadruplicati: si ritiene che oggi 7600 miliardi di dollari di ricchezze
private siano depositate in “paradisi” dove sfuggono alla tassazione
nazionale. Se sul reddito generato da questa ricchezza venissero pagate
le tasse, i governi avrebbero a disposizione 190 miliardi di dollari in
più ogni anno. Oxfam stima che almeno un terzo della ricchezza
finanziaria dell’Africa sia nascosto in paradisi fiscali: la perdita di
14 miliardi di dollari di introiti basterebbe per creare strutture
sanitarie in grado di salvare la vita a 4 milioni di bambini africani
che i Paesi meno diseguali, come la Scandinavia, sono spesso i più
prosperi.
La Oxfam diffonde il suo rapporto alla vigilia del
summit di Davos, dove ogni anno si riuniscono i leader politici ed
economici della terra, per esortare la comunità internazionale a
intervenire. «È inaccettabile che la metà più povera della popolazione
del mondo possieda meno di un piccolo gruppo di super ricchi», afferma
Mark Goldring, presidente esecutivo dell’ong basata a Londra. «La
preoccupazione dei leader mondiali per l’aumento della diseguaglianza
non si è finora tradotta in azioni concrete». La Oxfam propone tre
iniziative: un giro di vite contro l’evasione fiscale, maggiori
investimenti nei servizi pubblici e salari più alti per i lavoratori a
basso reddito. «La diseguaglianza ha raggiunto livelli insopportabili »,
conclude Duncan Exley, direttore esecutivo dell’associazione. «Ormai è
noto che un vasto gap tra i ricchi e tutti gli altri fa male
all’economia e alla società. È necessario che i politici si sveglino e
affrontino questa pericolosa concentrazione di ricchezza e di potere
nelle mani di così pochi».