venerdì 15 gennaio 2016

Repubblica 15.1.16
Luigi Manconi.
È stato il primo a proporre le unioni civili. Venti anni fa
“Basta falsità si tratta di evitare discriminazioni”
intervista di Annalisa Cuzzocrea

ROMA. Luigi Manconi presentò il primo disegno di legge sulle Unioni civili nel 1995. Sono passati più di venti anni, il senatore pd è rimasto fuori dal Parlamento dal 2001 al 2013 e quand’è tornato l’ha trovato fermo dov’era: in un Paese che non è ancora stato capace di riconoscere uguali diritti ai suoi cittadini.
Cosa pensa del manifesto dei cattolici dem per cambiare il ddl sulle Unioni civili?
«Siamo tutti vittime di un linguaggio deformato fino alla falsità. Viene definita questione eticamente sensibile ciò che è, in realtà, un fondamentale diritto della persona. Certamente, un tema che chiama in causa visioni del mondo, morali private ed etiche pubbliche, ma che in primo luogo rimanda a un essenziale principio di eguaglianza, ovvero la tutela della pari dignità, a prescindere dagli orientamenti sessuali. In effetti non si tratta nemmeno della conquista di un nuovo diritto, ma dell’imperativo costituzionale a rimuovere un ostacolo al riconoscimento della piena uguaglianza per cittadini oggi discriminati ».
Molti di coloro che contrastano la legge dicono di voler riconoscere quel diritto, ma solo se si elimina la parte sull’adozione del figlio del partner.
«Si aggiungerebbe, così, un’ulteriore discriminazione: quella tra i minori all’interno di una coppia eterosessuale e i minori all’interno di una coppia omosessuale. Si tornerebbe, dunque, a quella disparità tra figli nati dentro il matrimonio e figli nati fuori, che la riforma del diritto di famiglia del ‘75 aveva superato».
L’” affido rafforzato” può essere un punto di mediazione?
«No. Anche l’affido rafforzato discriminerebbe tra bambino e bambino. Esattamente ciò che tutte le carte dei diritti raccomandano di evitare in nome della tutela del soggetto più vulnerabile. E si ricordi che l’adozione da parte del partner non comporta alcun automatismo: sarà comunque il tribunale dei minori a valutare l’idoneità di quel genitore e di quel nucleo familiare».
Il centrodestra vi accusa di voler introdurre surrettiziamente la pratica dell’utero in affitto.
«È un argomento strumentale. La pratica della gestazione surrogata riguarda nella stragrande maggioranza le coppie eterosessuali e resta in ogni caso fuori legge in Italia. E’ evidentemente una questione delicata. Da affrontare, a mio avviso, senza ricorrere a un rigido sistema veti e proibizioni. Ma se la si vuole risolvere con intelligenza, occorre una revisione della legge sulle adozioni».
Crede che chi abbia tirato fuori quest’argomento miri a far saltare l’intera legge?
«Mi auguro di no. Anche perché assistiamo alla solita caricaturale rappresentazione di un conflitto simulato tra opinioni che sarebbero fondate eticamente, patrimonio esclusivo dei soli cattolici, e una concezione individualistica, edonistica e libertaria che sarebbe quella dei laici. E invece, nella volontà di un’unione civile o di un matrimonio omosessuale c’è, eccome se c’è, un’intensa domanda morale».