Repubblica 14.1.16
“Io massacrato al G8, dico no ai soldi del governo”
Il giornalista inglese Mark Covell scrive a Renzi: “no ai 40 mila euro per fermare il processo dell’Europa”
di Massimo Calandri
GENOVA.
«Caro primo ministro Renzi, il mio nome è Mark Covell». Covell è il
giornalista inglese ridotto in fin di vita alla scuola Diaz durante il
G8. Quella notte del luglio 2001 si era finto morto, sperando di saziare
le belve: quattro costole rotte, un polmone perforato, addio agli
incisivi e qualche altro dente. Una settimana in prognosi riservata. A
novembre la Corte dei Conti ha condannato 16 poliziotti coinvolti nel
pestaggio a risarcirlo con 110 mila euro. Oggi Covell scrive a Matteo
Renzi. Una lettera aperta per avvertirlo di potenziali “disordini
sociali”, dopo che il governo – su cui pende una probabile sentenza di
condanna della Corte europea dei diritti dell’uomo - ha presentato una
proposta di “conciliazione amichevole” a 31 vittime della caserma-lager
di Bolzaneto: «Quella sentenza getterà altra benzina sul fuoco», dice.
In Italia, «dove, la situazione è già incendiaria ». Soprattutto a
Genova, «che tra poco potrebbe subire la più grande dimostrazione
fascista dall’anno 1960». Il giornalista, cittadino onorario del
capoluogo ligure, ha scelto la formula della missiva pubblica «perché
quello dei media sembra l’unico mezzo per corrispondere con lei, primo
ministro: la sola comunicazione che abbiamo avuto dal suo Governo è
quella in cui propone di risarcire alcune vittime con 45 mila euro in
cambio della “cancellazione” della prossima sentenza di Strasburgo». La
proposta, definita “indecente” dai manifestanti cui è stata rivolta, non
sarà accettata. Inevitabile la condanna dell’Italia, che non ha mai
voluto introdurre il reato di tortura nel suo codice – neppure dopo i
drammatici fatti genovesi – e che in 15 anni non ha sanzionato i
poliziotti direttamente responsabili delle violenze. «Agenti e
funzionari che hanno torturato ma continuano a lavorare in qualche parte
del paese». Nei giorni di Natale Mark Covell è tornato nel capoluogo
ligure a trovare alcuni vecchi amici. «E ho sentito notizie allarmanti,
alle quali tutti quelli che vennero a Genova nel 2001 devono
rispondere». Si riferisce all’iniziativa di Roberto Fiore, leader di
Forza Nuova, che all’ombra della Lanterna sta organizzando un incontro
internazionale di estrema destra. A cavallo tra febbraio e marzo.
«Raduneremo l’intero movimento anti-fascista italiano per opporci a
questa dimostrazione, se fosse autorizzata dal governo Renzi».
Secondo
Covell, Fiore sarebbe «solo interessato a causare disordini pubblici:
ha vissuto a lungo in Gran Bretagna, lavorando con estremisti italiani e
britannici per preparare il suo ritorno e rivitalizzare i fascisti
italiani, mobilizzandoli in risposta a quanto accaduto a Parigi. Voglio
avvertire il governo italiano che dovrebbe prendere l’eventuale
dimostrazione di Genova molto seriamente».
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La vittima contro il premier che con un assegno vuole congelare la probabile condanna europea