giovedì 14 gennaio 2016

La Stampa 14.1.16
L’eutanasia in Parlamento a marzo
È la prima volta, si preannuncia lo scontro in una maggioranza divisa. Contrari i cattolici del Pd e il Ncd. Scalfarotto: mio padre si suicidò, io sono favorevole alla legge
di Ilario Lombardo

Purtroppo Luigi Brunori non ha fatto in tempo a veder realizzarsi quello per cui si era battuto. E’ morto 5 giorni fa, fiaccato da una lotta impari contro la Sla. Era tra i promotori della legge di iniziativa popolare sull’eutanasia. A maggio scorso, aiutato dall’Associazione Luca Coscioni, aveva lanciato un appello alla politica e chiesto il diritto di morire. Qualche mese dopo, a ottobre Max Fanelli, ha fatto di più: ha scritto una lettera per annunciare l’immediata interruzione delle cure per la Sla se non fosse stata subito calendarizzata la legge.
«Il coraggio di Max e la sua caparbietà sono stati premiati» dice Beatrice Brignone, deputata del gruppo Possibile. Ha appena saputo che Arturo Scotto di Sinistra Italiana è riuscito a ottenere, durante la capigruppo, la calendarizzazione della legge sul fine vita. In realtà è semplicemente stato inserito, per marzo, nell’agenda dei provvedimenti in esame nei prossimi tre mesi. Però è un passo significativo. Anzi: c’è qualcosa di storico in quello che è accaduto, perché mai una legge sull’eutanasia era entrata nei lavori parlamentari. Se n’è parlato, in passato ha diviso la politica, come nei giorni dell’agonia e la morte di Eluana Englaro. Ma mai prima d’ora deputati o senatori si erano fronteggiati con emendamenti, come avverrà tra un paio di mesi. L’esito non è scontato, ma una breccia è stata aperta. Certo, politicamente il momento non sarebbe proprio dei migliori per un altro tema così divisivo, con le unioni civili ancora in ballo tra veti e minacce di spaccature nella maggioranza. E infatti a sentire i parlamentari del Pd, filtra quasi il desiderio di soprassedere o di sospendere il giudizio. Per i cattolici è un’altra sfida che mette in gioco fede e convinzioni. Cattolici come Matteo Renzi, che gradirebbe veder rinviata a data da destinarsi quest’altra grana, o come Beppe Lumia, capogruppo in commissione Giustizia al Senato, ex Fuci, tra i principali sponsor delle unioni civili, che si limita a dire: «Un tema delicatissimo che va affrontato, tenendo conto delle varie sensibilità».
E’ scommessa facile puntare su uno scontro interno al Pd e alla maggioranza condivisa con Ncd, anche se il testo di legge che andrà in discussione è frutto del lavoro di un intergruppo di oltre 150 parlamentari, compresi alcuni di Forza Italia e molti dem, che hanno fuso la proposta di iniziativa popolare ad altre due su eutanasia e testamento biologico firmate Sel. Tra i dem ci sono le firme di un radicale storico come Roberto Giachetti, il vicecapogruppo alla Camera Alessia Morani, Ileana Argentin e molti altri. Ad aver aderito, anche due sottosegretari, Ivan Scalfarotto e Ilaria Borletti Buitoni. Meno di due anni fa il padre di Scalfarotto, malato, si suicidò. Il deputato, da sempre paladino delle battaglie omosex, rese pubblico il suo dramma. Lo fece per sollecitare la legge sull’eutanasia: «E’ un tabù assoluto, molto più delle unioni civili – spiega –. In Italia abbiamo costretto un uomo come Mario Monicelli a buttarsi da una finestra a più di 90 anni. E’ un tema che spaventa anche persone che io riconosco di mentalità molto aperta. Io non trovo invece scandaloso che una persona possa decidere quando sia il momento migliore per morire». Una consapevolezza che il sottosegretario aveva già prima della morte del papà: «Quell’evento ha rafforzato le mie convinzioni. Non so se lui volesse o meno l’eutanasia per se stesso. Se l’avessi saputo, forse, le cose sarebbe andate diversamente»