giovedì 14 gennaio 2016

Repubblica 14.1.16
Pierluigi Bersani
L’ex segretario dice no allo stralcio della stepchild adoption e dà una stoccata a Renzi che, nel 2007, era con la piazza del Family day
“Stretta sull’utero in affitto senza cambiare la legge così teniamo unito il Pd”
intervista di Giovanna Casadio

ROMA. «No allo stralcio delle adozioni...meglio decisamente di no». Pier Luigi Bersani, l’ex segretario dem, leader ora della sinistra del Pd, è convinto che «bisogna rispettare le sensibilità di tutti, di una parte del mondo femminile che teme l’utero in affitto, e dei cattolici». Però la parola d’ordine è una sola: «È necessario trainare la legge sulle unioni civili in modo che vada in porto, che venga finalmente approvata dal Parlamento». E va adottato tutto il pacchetto, dai diritti dei conviventi alla stepchild adoption, cioè all’adozione del figlio del partner anche in una coppia gay. Nessuna amputazione del testo, che il 28 gennaio approderà nell’aula del Senato.
Il documento dei cattolici dem sulle unioni civili, in cui si chiede lo stralcio del punto più controverso, appunto l’adozione, marca una posizione e pone una frontiera da non oltrepassare. Frammenta ancora di più il Pd. Ma Bersani parla di una «nuova fase: è passata molta acqua sotto i ponti, sia nelle posizioni della Chiesa sia in chi guida il governo». Bordata anche al premier Matteo Renzi, che nel 2007 stava con la piazza cattolica del Family day. Mentre l’ex segretario quando era in corsa per Palazzo Chigi, nel 2013, a chi gli chiedeva quale sarebbe stato il primo atto da premier, rispondeva: «Le unioni civili».
Bersani, lei è più coerente di Renzi sulle unioni civili?
«Semplicemente bisogna tenere conto di quel che ci accade intorno, dei fenomeni che attraversano il nostro tempo. Inoltre il paese va tenuto unito».
Il Pd sembra più che mai diviso?
«Se si riesce a tenere insieme il paese, allora si può tenere unito anche il Pd. Credo che ora ci siano le condizioni per trovare una soluzione. Occorre trainare affinché le unioni civili finalmente ci siano anche in Italia. Siamo in una nuova fase e questa è la prova del nove. Dobbiamo fidare sulla nuova percezione che può avere oggi il mondo cattolico».
Lei è a favore di questo disegno di legge sulle coppie gay?
«Ritengo davvero che sia passata molta acqua sotto i ponti, è tempo di prendere atto dei cambiamenti e provare a risolvere i punti aperti, comporre le questioni controverse. C’è la possibilità di farlo» .
Sulla stepchild adoption non sembra. Lei è d’accordo sull’adozione del figlio del partner per le coppie gay?
«Si. Credo però che sia necessario dare più garanzie sui timori per l’utero in affitto. Questa è una preoccupazione a cui non si deve restare insensibili, che viene sia da una parte del mondo femminile che dal pianeta cattolico ».
Quindi cosa va fatto?
«Ci vuole una sede impegnativa in cui si possa dare risposta a queste ansie. Ma il testo delle unioni civili deve andare avanti».
Quale può essere la sede, allora, e il modo?
«Il Senato sta discutendo del disegno di legge e non voglio mettere il dito nel lavoro dei senatori. Penso che si possa però adottare un intervento normativo che sia più vincolante sull’utero in affitto. Comunque tocca a loro, ai senatori, trovare la strada in questo senso».
Quale è la bussola per lei?
«Quando ero segretario del Pd dissi che andava trovata una soluzione simile alla partnership alla tedesca. Si scatenò un dibattito molto acceso. Ripeto, è ora di venirne fuori , sono cambiate le posizioni dei cattolici, di chi guida il governo e comunque c’è una differenza sostanziale rispetto agli anni in cui si tentò con il governo Prodi la strada dei Dico, la legge sui diritti e doveri dei conviventi».
I Dico - che portavano la firma delle ministre Bindi e Pollastrini, una cattolico-democratica e una diessina, naufragarono per l’opposizione del Vaticano?
«Vedo che c’è una profonda diversità oggi, i cattolici sono in cammino».