martedì 12 gennaio 2016

Repubblica 12.1.16
I boss erano pronti a votare per il Pd

I 5Stelle sapevano del ricatto “Ora zitti o saremo travolti” Ma prima il clan cercò il Pd
di Dario Del Porto Conchita Sannino

I VERBALI
NAPOLI.
«Io questa cosa la vedo enorme. Questa cosa ci cade addosso e ci distrugge». Il sindaco Rosa Capuozzo ascolta e chiosa: «Sì, questa cosa è enorme».
Sono parole profetiche quelle che emergono dagli ultimi atti dell’inchiesta sul voto di scambio e i ricatti tra i pentastellati a Quarto, epicentro del terremoto politico- giudiziario dei 5 Stelle. Altre 150 pagine depositate dal pm Henry John Woodcock con i procuratori aggiunti Filippo Beatrice e Giuseppe Borrelli. Carte da cui affiorano clamorose circostanze. Primo: il Movimento nazionale era pienamente consapevole, già dal 25 novembre, del ricatto esercitato sul sindaco dal consigliere Giovanni De Robbio e dell’inchiesta antimafia, e pensava di risolverla col «silenzio», in attesa delle istruzioni dai big. Secondo: gli imprenditori vicini al clan che votavano per De Robbio e grillini, inizialmente, dovevano sostenere il consigliere uscente Pd Mario Ferro (nonostante il candidato sindaco democrat fosse invece un giovane del fronte antimafia, Francesco Dinacci). Ma le liste Pd, come noto, furono poi escluse per vizi di forma. Terzo: a Quarto i grillini si registravano a vicenda, e nelle perquisizioni di ieri si cercano i file segreti dei veleni.
“PORTAVAMO IL PD FERRO”
Il figlio dell’imprenditore indagato Alfonso Cesarano, Giacomo, parla col suo dipendente Biagio. Dice Cesarano jr: «Noi ci siamo messi con chi vince, capito, quella è stata la cosa importante… ormai è rotto il giocattolo, noi dovevamo votare a Mario (Ferro, ndr), ma Mario non c’è».
B.: «Ferro sta con i 5stelle?» G.: «No, Ferro stava con il Pd, però...questo De Robbio noi abbiamo fatto l’accordo con lui, ‘e capito? Ci siamo seduti al tavolo, papà (Cesarano, ndr), Mario Ferro, De Robbio e hanno parlato, hanno concordato, gli abbiamo detto che gli avremmo dato una mano hai capito?»
“LA COSA CI TRAVOLGE ”
Nella conversazione del 15 dicembre, il sindaco Capuozzo e il consigliere comunale Daniela Monfrecola discuotono dei contraccolpi del caso De Robbio. Dice la Capuozzo: «Questa cosa si deve gestire mediaticamente, in un certo modo.
Ma non sono in grado.
Verranno, ci spiegheranno come la dobbiamo gestire. Ovviamente, finché non arrivano... cercare di rimanere il più in silenzio possibile, senza mettere i manifesti».
Monfrecola: «Digli a Fico (il deputato Roberto Fico, ndr) di non arrivare tra una settimana, perché noi tra una settimana non ci arriviamo, lui deve arrivare subito, per darci indicazioni».
Capuozzo: «Sì, spero che venga anche Luigi (Di Maio, vicepresidente della Camera, ndr), che è molto più duro».
M.: «Questa cosa è enorme, ci cade addosso, ci distrugge».
“ROSA, CHI TI PROTEGGE?”
In un’altra telefonata di metà dicembre, il sindaco parla con il suo capogruppo, Alessandro Nicolais. I carabinieri annotano che lei «piange dalla disperazione ».
Capuozzo: «Io posso reggere qualsiasi cosa, ma non finire in galera per colpa di qualcun altro... ».
Nicolais: «Addirittura? Cosa succede?».
C.: «È inaccettabile, o prendiamo una posizione interna o non riesco a reggere... non esce fuori l’avviso di garanzia (riferito a de Robbio, ndr), lui è un uomo della capitaneria di porto.. ma cosa devo aspettare io? Cosa devo discutere?».
N.: «Ma io non lo so.. Quello mi ha risposto Roberto Fico e mi ha scritto “Andate avanti tranquilli, quanto prima verrò”». Poco dopo, Nicolais chiede al sindaco: «Ma a te chi ti protegge?». Lei: «Nessuno». «Ma tu hai detto che stai parlando con quelli di Roma». E il sindaco: «Sì, ma non ho consiglieri dietro. Dove vado? ».
“STAFF NAZIONALE? CHIAVICA”
Nella stessa conversazione, Capuozzo e Nicolais lamentano la lentezza dello staff nazionale sulla bomba- De Robbio.
N:« Tu in quel periodo non hai cavalcato l’onda che ci permetteva di liberarci di De Robbio».
C: «Non è vero...Ho chiamato per chiedere cosa stava succedendo, s ec’erano sviluppi...Non s isono mossi loro».
N. : «E allora sono una chiavica pure loro (Nicolais - annotano i carabinieri - si sta riferendo allo staff nazionale M5s). .. perché se scrivono quali sono i requisiti per essere pate del Movimento e lui li ha disattesi, andava fatto fuori».
“NOI CI UCCIDIAMO”
Il sindaco viene sentita già il 25 novembre dai carabinieri senza fare cenno a pressioni o ricatti. Eppure, il giorno prima, al suo consigliere grillino Concetta Aprile, confida (riferendosi a De Robbio): «Loro non mi vogliono far cadere, mi vogliono controllare... Sai cosa mi disse De Robbio? Tu non devi scalciare, tu devi stare buona». E ancora: «Lui (si riferisce al consigliere De Robbio, ndr) la disse una parola: “Noi se non la finiamo , va a finire che ci uccidiamo”. E io gli dissi: “Tu mi uccidi a me, ma io vado per la mia strada, non mi fermo».