Repubblica 11.1.16
Boeri:“L’Inps sgambettata da chi difende i vitalizi”
di Rosaria Amato
ROMA.
 In Parlamento c’è una maggioranza non ufficialmente costituita ma molto
 compatta che non vuole che otto milioni di italiani sappiano quale sarà
 la loro pensione. Le “buste arancioni” con l’estratto conto dei 
contributi e la simulazione dell’assegno, che l’Inps avrebbe voluto 
mandare in autunno, non sono mai partite perché l’istituto non può 
comprare i francobolli: i soldi, circa 4 milioni, ci sono tutti nel 
bilancio, non si richiede alcun trasferimento da parte dello Stato, ma 
vanno presi da un capitolo diverso da quello delle spese postali, 
limitato dalle rigide regole della spending review.
L’autorizzazione,
 richiesta dall’Inps ad aprile dell’anno scorso, è demandata a una norma
 di legge che però è stata bloccata per ben due volte dal Parlamento, 
tra novembre e dicembre. A denunciarlo è il presidente dell’Inps Tito 
Boeri: «C’era un emendamento di due righe che ci avrebbe permesso di 
spostare delle somme tra i capitoli di bilancio, e nel Parlamento 
qualcuno ci ha fatto due volte questo sgambetto, – spiega a Maria 
Latella, nel corso del programma di Sky Tg24 “L’Intervista” – non lo so 
perché, le voci dicono che l’abbiano fatto perché noi abbiamo proposto 
di tagliare i vitalizi. Se fosse vero sarebbe un fatto gravissimo, 
perché nel momento in cui si parla in Italia di tutela del risparmio 
darci la possibilità di informare i cittadini su quali saranno le loro 
pensioni future è un fatto importantissimo». Non c’è dubbio che gli 
italiani apprezzerebbero molto la busta arancione, se arrivasse: ben 2 
milioni di lavoratori privati (tra i 7 milioni che hanno avuto finora il
 pin) si sono già collegati al sito dell’Inps e hanno fatto 3 milioni di
 simulazioni sulla loro pensione futura.
Boeri ha anche suggerito 
che la flessibilità che il governo sta cercando di ottenere da Bruxelles
 venga usata «per finanziare nel breve l’uscita verso il pensionamento» e
 ha confermato l’efficacia del Jobs Act, prevedendo che tra novembre e 
dicembre ci sarà «un’ulteriore impennata» dei contratti a tempo 
indeterminato, ma ha anche lanciato l’allarme sui troppi poveri e sugli 
ultracinquantacinquenni che perdono il lavoro: sono loro «la vera 
emergenza sociale», ha sottolineato, non certo gli esodati.
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AL TIMONE
Tito Boeri è il presidente dell’Inps