Repubblica 10.1.16
Tutti i branchi dei maschi
Da quando le donne occidentali e italiane sono libere davvero, non solo per le tante nuove leggi degli ultimi settant’anni?
di Natalia Aspesi
QUELLA notte le donne venivano aggredite, spogliate, picchiate, derubate.
Venivano
derise da un muro di maschi stranieri organizzati, e intanto ai maschi
poliziotti tutto sembrava un gioco festoso da non interrompere, e i
maschi cittadini che presumibilmente accompagnavano le donne o comunque
attraversavano la piazza come loro preferivano guardare dall’altra
parte, evitando di intervenire a difendere le vittime assalite da maschi
migranti e apparentemente non armati, quindi pericolosi ma non troppo.
Quella
notte, a Colonia, ma anche altrove, le donne si sono ritrovate
completamente sole, tra maschi violenti, maschi indifferenti, maschi
spaventati. Di nuovo dentro la loro storia secolare di isolamento,
impotenza, sopraffazione, abbandono, pericolo, che ogni tanto sembra
finita e invece non lo è mai: probabilmente ancora una volta usate per
consentire a un branco di maschi di disprezzarle e rimetterle al loro
posto di sottomissione e irrilevanza, e a un altro branco di maschi di
ergersi, dopo i fatti e solo a parole, a indispensabili protettori, a
eroici paladini della loro libertà, che per secoli hanno ostacolato e
ostacolano tuttora; e a un altro branco ancora a servirsene come pedine
di una sporca politica.
Ma da quando le donne, e si parla solo di
quelle occidentali, e in particolare le italiane, sono libere davvero,
non solo per le tante nuove leggi degli ultimi settant’anni? Ci sono
frammenti di realtà che rinascono dalla memoria individuale o scopri in
un film: e per esempio negli Anni ’50 il ricordo che se il parto metteva
a rischio la vita della madre o del bambino, era il marito che doveva
scegliere chi poteva vivere, ed era sempre il bambino. Oppure, nel
recente grande film tedesco Il labirinto del silenzio, un giornale radio
della fine degli Anni ’50 informa che da quel momento le donne, se
sposate, potranno lavorare solo col consenso del marito. Piccoli
omicidi, minuscoli ostacoli, dentro un mondo di esclusione e impotenza
delle donne, di supremazia e potere degli uomini.
Certo le donne
fanno i ministri e i capi di Stato, spesso benissimo ma è sempre non
sulla loro capacità politica ma sul loro corpo di donna che gli
avversari l’attaccano: culona, non la scoperei mai, lesbicaccia, cesso
eccetera. Gli attacchi sul web contro i pensieri delle donne, metti
povere loro che non gli piaccia Zalone e lo mettano su Facebook: le
minacce di morte sono il meno, e i più violenti verbalmente, se le
avessero davanti, forse strapperebbero loro gli slip come a Colonia.
Anche
le donne occidentali non sono quiete da nessuna parte, in piazza le
assaltano gli immigrati ma spesso il branco è del paese, e anche in casa
devono stare attente, gli stessi loro uomini che non le avrebbero
difese a Colonia possono sempre spaccar loro la testa.