lunedì 4 gennaio 2016

La Stampa 4.1.16
Dietro lo “scandalo” di Capodanno di Rai 1
Freccero: gli ultras renziani volevano un pretesto per la poltrona di Raiuno
“Campo Dall’Orto è un innovatore o un poveretto alla loro mercé?”
di Jacopo Iacoboni


Freccero Manager tv, creativo, è consigliere di minoranza nel cda Rai

«La verità è che questo incidente ha creato l’occasione per scoperchiare ciò che covava sotto la polvere in Rai: una grossa guerra di potere per posti e poltrone, e un bivio per Campo Dall’Orto: vuole essere un direttore generale modernizzatore, che adegua la Rai alla complessità mediologica della contemporaneità, o è solo un poveretto che lottizzerà, perché è giovane, vuole fare carriera e deve tenersi buoni gli ultras renziani come Anzaldi e compagnia?»
Se volete una lettura senza infingimenti di ciò che sta dietro lo scandalo di Capodanno sulla Rai dovete rivolgervi a Carlo Freccero.
Cos’è successo davvero in questa storia? Cosa c’è dietro questa sollevazione così estesa per due pur indiscutibili errori aziendali?
«La riforma Renzi è ambigua: da un lato dà tutto il potere al super amministratore, e lo toglie alla politica, che ha solo il potere di nominare questo dg. Ma dall’altro, questo amministratore ha a che fare con un partito unico, e se si fa condizionare, la politica è ancora più forte di prima».
Questo come c’entra col caso di una trasmissione sciatta, che sbaglia l’ora di capodanno, e fa uscire messaggi volgari e bestemmie?
«Glielo spiego volentieri. Premesso che già pubblicare gli sms è una stupidata, un’idea vecchia; ci si vuole dare un tono di contemporaneità ma Raiuno non è contemporanea, queste trasmissioni non le guarda nessuno, sono uno sfondo, sono il caminetto acceso, e poi i messaggi sono per loro natura un détournement, il pubblico gioca, manda sms pieni di provocazioni, di assurdità, c’è chi inneggia alla jihad, chi manda messaggi alla camorra, chi insulta la fidanzata... Ecco, premesso questo, questa piccola storia viene poi usata dagli ultras renziani per tentare di mettere le mani sulla poltrona più ghiotta, quella di direttore di Raiuno, di Leone. I motori in Rai si stanno scaldando, c’è chi teme un Campo Dall’Orto troppo indipendente e non lo vuole, e allora si fa sentire. Per esempio gli Anzaldi, che è il Gasparri del Pd, o i Guelfo Guelfi, che colgono la palla al balzo per allungare le loro mani; tra l’altro lo stesso Renzi frena e prende le distanze da loro, attenzione».
E la Curia in tutto questo come c’entra? Davvero la loro protesta si deve alla bestemmia o c’è qualcosa di più prosaico?
«Capito il disegno degli ultras renziani - cominciare col prendersi Raiuno - ecco che spuntano i cattolici, le gerarchie o i cattolici nel cda, a ricordarci che da cinquant’anni “Raiuno è nostra”».
Campo Dall’Orto secondo lei doveva comportarsi in maniera diversa? I vertici Rai dovevano scusarsi prima?
«Campo Dall’Orto vive un conflitto. Dopo i grandi proclami modernizzatori si è accorto che in Rai vive in un inferno, e si è assestato su una posizione d’attesa, perché deve chiarire lui per primo cosa fare. Se vuole essere un innovatore, di area culturalmente renziana ma indipendente, io lo aiuterò. Altrimenti sarà l’ennesimo poveretto in balia degli ultras di una fazione».